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Letta lancia da Milano la ricetta economica del Pd. E attacca: “Putin partecipa alle elezioni, non votate i suoi amici”

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Completamento delle riforme previste dal Pnrr, riorganizzazione degli strumenti di sostegno all’imprenditoria femminile, potenziamento degli incentivi fiscali per gli investimenti nelle start up, rafforzamento del Zes (Zone economiche speciali) e Zls (zone logistiche semplificate), dei contratti di sviluppo, dei programmi di formazione professionale. E, ancora: sostegni alle piccole e medie imprese e incentivi per la loro capitalizzazione. Sono alcune delle proposte del Pd per le imprese. A ormai quattro giorni dal voto di domenica 25 settembre, è stato il segretario del partito Enrico Letta a illustrarle durante un incontro alla Fondazione Feltrinelli. Presenti anche Antonio Misiani, Carlo Cottarelli, Irene Tinagli, Silvia Roggiani e il segretario lombardo del Pd Vinicio Peluffo.

Al suo arrivo, per, Letta ha stigmatizzato il discorso del presidente russo Vladimir Putin: sulla Russia “c’è troppa ambiguità in troppe forze politiche nel nostro Paese. Questa ambiguità noi chiediamo che venga sciolta e che vengano dette parole chiare, che non ci sia nessuna forma di incertezza sul dove deve stare l’Italia”. Ancora: “L’Italia non sta con la Russia, sta contro la Russia, contro questa voglia di rompere le regole di rompere il diritto internazionale. Vorrei che tutti i leader politici lasciassero perdere le ambiguità avute finora”.

Parole che si sono intrecciate con il suo appello al voto: “L’idea di cedere ai ricatti di Putin è fuori dal mondo, spero che il voto del 25 settembre sia anche un voto su questo cioè che gli italiani non votino per gli amici di Putin. Putin partecipa al voto del 25 settembre e sarà il primo a guardare al risultato, e a cercare di capire se sarà positivo o negativo per lui – ha aggiunto -. Se vincerà la destra Putin sarà il primo a festeggiare. O si sta di qua o si sta di là, o con Putin o con l’Europa. La destra italiana è profondamente ambigua su questo tema e questo è un fatto molto negativo per il nostro Paese perché l’Europa non sarà ambigua”.

Il piatto forte dell’incontro, però, è stata la ricetta economica del partito. “Scelta non casuale la presentazione delle proposte a Milano” – sottolinea il responsabile economico del Pd Misiani ricordando il ruolo strategico del capoluogo lombardo nel mondo imprenditoriale. “Il percorso virtuso di questo anno e mezzo può continuare solo se ci sarà una continuità. Il Pd è l’unico che può garantire pace fiscale e continuità delle scelte economiche e finanziarie fatte finora – ha messo in guardia Enrico Letta – Non c’è un altro partito che possa fare e dire come noi lo stesso discorso a Milano e a Palermo”. Secondo il leader del Pd, “l’Italia non ne esce se si continua con lo scontro tra la curva Nord e quella Sud”. Al contrario, Letta garantisce che se vincerà il centrosinistra tornerà la “concertazione”. Quindi ha rilanciato la proposta di una mensilità in più ai lavoratori attraverso la riduzione del cuneo fiscale. Critiche alla Lega “per la delega fiscale che ha fatto cadere”. Quindi l’affondo: “Si sta scherzando con il fuoco sul Pnrr. Noi dobbiamo soltanto usarli quei soldi, non rinegoziarli”. E l’appello agli imprenditori italiani: “Pensate al portafoglio delle vostre imprese. Sarà salvaguardato solo da una nostra vittoria. Pensate ai vostri interessi”.

Il Pd chiarisce anche subito che, a differenza di quanto ha sostenuto il centrodestra in queste settimane, “le riforme previste dal Pnrr non vanno riviste”. Sul tavolo anche i temi dell’emergenza per il rincaro dell’energia, il fisco e il sostegno alle piccole e media imprese con il “raddoppio del credito d’imposta”. Per Cottarelli, “il Pnrr è un piano che serve a consentire alle imprese di lavorare bene in Italia. Va bene e stava funzionando. E’ sbagliato cambiarlo e metterebbe a rischio la nostra tenuta finanziaria”. Tra gli attuali disincentivi a investire in Italia ricordati dall’ecomomista “le tasse alte e complicate, la burocrazia e la lentezza della giustizia”.

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