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“Lei mi convocava a scuola fuori dall’orario delle lezioni, mi chiedeva cosa dovesse indossare il giorno dopo. Abbiamo avuto un rapporto sessuale in macchina in un parcheggio sotto i palazzi. A un certo punto non sapevo più come uscirne, non riuscivo a troncare. E la situazione mi è sfuggita di mano”.
Eccole qui le parole scelte da Francesco (il nome è di fantasia), studente maggiorenne del liceo Montale di Roma, per raccontare la sua storia d’amore e ossessione con Sabrina Quaresima, 50 anni, la preside della sua scuola. I fatti li ha riportati Repubblica, rivelando l’ispezione dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio circa una relazione impropria tra la dirigente scolastica e il ragazzo. Ora quel racconto, che il nostro giornale ha potuto leggere, è finito nell’indagine. E rischia di costare il licenziamento alla donna, qualora la relazione venisse confermata.
Scandalo al liceo, la preside Sabrina Quaresima: “Nessuna love story, il ragazzo ha messo in giro un pettegolezzo”
di
Valentina Lupia
I primi contatti tra i due si sarebbero registrati a metà dicembre, quando il liceo – il settimo migliore linguistico di Roma secondo la classifica Eduscopio della Fondazione Agnelli – è stato occupato dagli studenti. Durante quel periodo la dirigente aveva cominciato ad intrattenere con il ragazzo una corrispondenza via mail. Di lì ai messaggi su WhatsApp il passo è stato breve.
Poi “i primi segnali”, come li ha definiti il ragazzo col gruppetto di amici fedeli al quale andava a raccontare ogni dettaglio della presunta love story. “Mi chiedeva consiglio su cosa indossare oppure cosa stessi guardando in tv”. Poi le avances da parte della preside sarebbero diventati sempre più frequenti ed espliciti, “un abbraccio, una carezza sui capelli”, gesti del genere.
Fino a un messaggio inequivocabile, rimasto limpido nella mente degli studenti che hanno avuto modo di visionarlo e che l’hanno riportato a Repubblica: “Se ti do un indirizzo, te mi raggiungi là?”, avrebbe scritto al 18enne la “ds”, cioè dirigente scolastico. “Lei si firmava così”.
Il tempo di avvertire gli amici “ed ero già in macchina a 130 (chilometri orari, ndr) verso Roma est”. I due, accusa il giovane, si sarebbero appartati “sotto a dei palazzi” e lì, in macchina, avrebbero avuto un “rapporto sessuale completo, nella macchina della preside”. Durante l’atto “è anche arrivata una chiamata del marito”, ha svelato qualche ora dopo il giovane ai compagni.
La dirigente, contattata da Repubblica, nega tutto. “Ero a conoscenza delle voci messe in giro dal giovane, che comunque è maggiorenne”, sottolinea la preside. Nessun reato, quindi, anche se la relazione venisse confermata. Ma dalla sanzione disciplinare, forse anche dal licenziamento, sarebbe difficile scappare.
La sanzione più pesante, secondo la dirigente, è ciò a cui mirano alcuni docenti: “È evidente che qualcuno non mi voglia qui a scuola”. Un complotto, in sostanza, per tentare di mandarla via proprio nell’anno della neo-immissione in ruolo. Potrebbe partire, secondo lei, da un gruppetto di docenti e dai suoi due collaboratori, destituiti una ieri e l’altro pochi giorni fa.
Per gli studenti la versione della preside non regge. Per questo nelle scorse settimane sui muri rosso scuro della scuola sono comparse frasi allusive: “Il tuo silenzio parla per te”, “La laurea in pedagogia l’hai presa troppo seriamente”, “Chi sa deve agire”.
Di certo la timeline della presunta love story era sulla bocca di tutti. Una chiamata sarebbe addirittura partita da un liceo vicino, il Malpighi, scientifico, per raccontare delle voci che man mano si stavano diffondendo a macchia d’olio fino ad arrivare alle orecchie di alcuni consiglieri del municipio XII, quello in cui ricade il quartiere di Bravetta.
Ma nessuno, almeno fino a pochi giorni fa, si era spinto fino a una segnalazione. La relazione tra i due sarebbe andata avanti all’incirca un mese, chiudendosi a inizio febbraio. Non senza qualche difficoltà: “A un certo punto io non riuscivo a tagliare”, ha raccontato il ragazzo ai compagni di classe, che a loro volta l’hanno riportato ai bidelli. Poi il giovane si è confidato con una docente, infine è stato ricevuto dai vicepresidi, dai quali è tornato per una seconda volta insieme ai genitori.
Tra gli elementi che l’ispezione avrà da accertare, ieri all’uscita di scuola ne è spuntato un altro: gli studenti hanno accusato la preside di aver accolto in casa altri ragazzi. Un fatto del quale i docenti sarebbero totalmente all’oscuro, ma che si aggiunge a una lunga lista di dettagli da verificare. A partire dalle prove in possesso del ragazzo: “Lei ha preteso che io cancellassi dei messaggi davanti a lei, ma qualcosa ho tenuto”. Prove grazie alle quali l’indagine potrebbe chiudersi nel giro di pochi giorni.