Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

VIES Newsletter

Gratuito / Prova ora

Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

L’onda dei profughi: “Addio Ucraina, non torneremo più”

[ Leggi dalla fonte originale]

DOROHUSK (sul confine tra Ucraina e Polonia) – Entrano lente, un minuto una dall’altra. La barriera ucraina ha tenuto quelle auto in uscita in fila due ore, fino al tramonto. Poi le ha lasciate andare, una alla volta, nella terra di nessuno. Sono di stazza grande, alcune costose: Mercedes, Nissan, Kia. Quasi sempre lucide. E portano famiglie stipate, anche otto passeggeri in una monovolume. Le auto avanzano e il doganiere polacco segna la loro targa, poi alza la seconda sbarra. Non ferma mai nessuno. Le auto, e le famiglie ucraine che portano, entrano nel territorio libero e pacificato della Polonia orientale.

“Ho lasciato Kiev alle quattro del mattino sotto le bombe”, racconta Eugene, 41 anni, “e alle mie spalle ho visto il ponte che congiunge la città con la periferia piegato in due, dentro il fiume. Quelli”, e sono i piloti russi, visti dallo specchietto retrovisore, “sganciavano di precisione. Il nostro esercito da terra tirava missili low cost e non prendeva mai i Mig in cielo”.

La battaglia

Cresce la resistenza ucraina, i russi schierano altre truppe

di
Gianluca Di Feo

25 Febbraio 2022

Eugene fa capire che questa lenta processione di fuoriusciti dal varco di Dorohusk, i primi profughi della guerra di Putin, è stata allestita da coloro che avevano un’occasione per venire via, un motivo forte, un lavoro possibile, una famiglia da salvare ricongiungendola fuori dalla patria. Il motivo di Eugene è stato questo: “Sono cresciuto in una company internazionale con sede a Rotterdam e alla vigilia della guerra i miei datori mi hanno chiamato: ‘Vieni da noi, sei il benvenuto’. Ho pensato che mia moglie è una casalinga e che i bambini, uno e quattro anni, ancora non vanno a scuola. Avrei potuto toglierli dal pericolo e così adesso li porto con me in Olanda. Dentro mi dico, ‘resteremo fuori un mese’, ma la verità è che non so neppure se al ritorno ritroverò la mia casa. Amo l’Ucraina, non so davvero quando la rivedrò, però meglio lontani che morti”. Lunedì sarà già in ufficio, a Rotterdam.

Ucraina, cosa vuole davvero Putin? Domande e risposte sull’attacco della Russia

25 Febbraio 2022

Si cercano con gli occhi, i guidatori lenti e i congiunti che li aspettano ai bordi della statale. Al volante c’è sempre un padre e il resto dell’auto è sempre pieno di bambini. Stefano, così, all’italiana, 45 anni, aspetta la moglie. Di qua. Ha un lavoro a Varsavia e non la vede spesso: le carte d’ingresso che regolano i rapporti Ucraina-Polonia erano rigide, non consentivano quasi mai il weekend a casa: “Questa volta la prendo e la tengo con me a Lubino”. È la città polacca di confine più grande, l’amministrazione sta già requisendo stanze per darle ai profughi ucraini.

Lacrime asciugate e tutti che raccontano, l’immagine è impressa, quegli stormi di aerei sopra i loro palazzi: “Arrivavano da tutte le parti, colpivano e tornavano indietro”. Tanya, imprenditrice del legno, anche lei della capitale – d’altronde è di qui che passa la rotta Kiev-Varsavia – era in Israele per chiudere affari quando ha ascoltato l’ultimatum di Putin. I suoi due figli, 4 e 6 anni, erano rimasti a casa e adesso lei è qui al confine per riprenderseli. E portarli altrove: “Non so dove andrò a vivere, voglio solo salvarli”. Sono venuti a consegnarli i nonni, guidano ancora: li saluteranno e torneranno indietro, “loro non se la sentono di lasciare la loro casa, il Paese di una vita intera”.

C’è un sincero sentimento d’accoglienza, e una preparazione meticolosa, nella Polonia che riceve gli ucraini sfollati dai tank. Lo si vede dalla polizia di frontiera, che ordina il traffico ma non spinge, non urla. Lo si ascolta dal ministro della Difesa quando spiega che lungo la frontiera orientale ci saranno nove hub per rifugiati. Hrubieszow, Przemysl, Krakovets, Jasionka, Medyka, alcuni. E centoventi ospedali della nazione, parzialmente liberati dall’incubo Covid, sono pronti a curare i civili feriti di là del confine. A Cracovia s’ipotizza di aprire ai rifugiati lo stadio e, d’altro canto, strutture d’accoglienza sono in allestimento in Romania, in Ungheria.

L’apocalisse anticipata dagli americani – questa guerra farà cinque milioni di profughi – per ora, però, non c’è. Da quando è iniziato il conflitto, i confini polacchi sono stati varcati da trentamila persone, anche in direzione contraria. Servirà tempo per capire quante persone l’esercito invasore ha sradicato. Ai varchi Sud, però, quelli che accolgono gli scappati da Leopoli, la situazione si sta facendo pesante. “La mia famiglia ha fatto quindici ore di fila”, ha raccontato, lei dall’Italia, Okanna, madre di due figli che hanno abbandonato tutto nell’hinterland di Leopoli. “Stamattina aveva ancora cinquecento persone davanti. I doganieri ucraini fanno passare quattro persone ogni ora e ogni otto ore bloccano tutto, il cambio della guardia. Mia figlia ha dovuto abbandonare il marito perché gli uomini non li fanno passare. Quando è arrivata alla frontiera polacca, però, l’hanno fatta entrare subito”.

Vladimir si chiama come il padre e come l’uomo che lo costringe alla fuga. Riesce a scherzarci. Fa il muratore in Polonia e con quel mestiere in mano crescerà qui, nella Bassa Slesia, la famiglia: “Il nostro Paese è già distrutto, e la guerra è appena iniziata. Io non sono riuscito a rientrare, ma mia moglie dice che è il deserto. Negozi chiusi, file ai bancomat, inizia a mancare il pane. Porteremo le cicatrici di questa devastazione per il resto della nostra vita, dovunque si svolgerà”.

Il Portale Web dell’informazione libera

VIES TV

L’articolo che hai letto è stato di tuo interesse?

Scopri gli articoli correlati e lascia un commento!

Contattaci per info e collaborazioni.

Tags

Condividi questo post:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter mensile

Ricevi notifiche e riepiloghi delle notizie del mese

Non ti invieremo mai nessuno spam,
solo contenuti utili e di valore.

Il portale web dell’informazione libera.