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Roma – Nessuno fermerà i concerti. Né quello dei Måneskin sabato al Circo Massimo a Roma, nè il Jovabeach party a Ravenna domani e sabato, né nessun altro. La battaglia sui concerti divide gli esperti ma, nonostante l’impennata dei contagi e la consapevolezza del rischio altissimo che grandi eventi come quelli in programma nel fine settimana faranno da ulteriore acceleratore all’ondata estiva di Covid, indietro non si torna. Niente nuovi divieti né restrizioni né obbligo di mascherina. All’appello dei medici del Lazio di rinviare l’attesissimo concerto dei Måneskin, il ministero della Salute ha risposto con l’invito del direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza alla «massima prudenza in occasione di grandi aggregazioni».
Gli appelli alla prudenza
«Concerto sì o concerto no? Possono incrementare il rischio di trasmissione? Se ci sono 100 mila persone vicine senza mascherina, ovviamente sì. Ci vogliono regole di buon senso e usare la mascherina. Non è un obbligo ma è un discorso logico», è l’analisi di Rezza che ricorda comunque come «a fronte del rapido aumento dell’incidenza di casi Covid in Italia la pressione sugli ospedali resta bassa». E dunque — come ha rassicurato l’assessore ai Grandi eventi del Comune di Roma Alessandro Onorato — «non è all’esame alcuna ipotesi di rinvio del concerto dei Måneskin al Circo Massimo. Si adotteranno tutte le precauzioni e gli accorgimenti che le autorità sanitarie indicheranno e, in collaborazione con gli organizzatori, metteremo in campo le azioni necessarie per farle rispettare».
Dunque, a parte l’apprensione da parte dei fan dopo l’annuncio della positività di Giorgia Soleri, fidanzata di Damiano, leader del gruppo, i 70 mila in possesso degli ambiti biglietti per il concerto di sabato non rischiano di vedere annullato o rinviato l’appuntamento. «Sono consapevole di quanto i giovani abbiano sofferto in questi anni, ma ai ragazzi dico: indossate la mascherina», è l’appello di Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici.
Rischio focolaio
Quanti saranno coloro che, in una serata che si annuncia calda nel catino del Circo Massimo, ballando e cantando, indosseranno la Ffp2 lo vedremo. Come vedremo se la prossima settimana la curva dei nuovi casi andrà appiattendosi, come previsto, o subirà invece una nuova impennata dopo i concertoni di Roma e Ravenna.
Sul rischio che le grandi aggregazioni, anche all’aperto, (e dunque non solo i concerti, ma anche le discoteche o gli stadi tra qualche settimana) facciano da acceleratore alla già contagiosissima Omicron 5 o peggio alla nuova variante indiana, sono tutti d’accordo. È sulla strategia da mettere in campo che i tecnici si dividono.
I favorevoli a bloccare i grandi eventi
Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, guida il campo di quelli che vedono nero. «In questa fase bisognerebbe sospendere tutti i grandi eventi o, come minimo, imporre l’obbligo di mascherina anche all’aperto. Bisogna avere il coraggio di dire che, con un virus che corre così, non possiamo permetterci di stare senza restrizioni. Ci vogliono misure di salute pubblico, il vaccino non basta. E non è vero che a rischiare sono solo gli anziani. Sono appena usciti gli ultimi dati sulla mortalità negli Usa e dicono che il Covid è la prima causa di morte nella fascia di età 45-50 anni. Avremo un autunno terribile».
Indietro non si torna
«Avremo un autunno terribile solo se nessuno andrà a vaccinarsi a ottobre e vi assicuro che se adesso si torna indietro con nuove restrizioni si otterrà l’unico risultato di dare un colpo alla credibilità dei vaccini che ci hanno salvato — ribatte il professore Matteo Bassetti — Sta succedendo quello che ci attendevamo, i contagi corrono nel mondo ma l’impatto clinico ora è affrontabile. Dobbiamo proteggere anziani e fragili. Questa è la convivenza con il virus».
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