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Assessore Pierluigi Lopalco, si è dimesso?
“Sì. Ho rimesso il mandato nelle mani del presidente della Regione, Michele Emiliano”.
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Giuliano Foschini
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Perché?
“Chi mi conosce sa bene che non sono una persona che va allo scontro. Tra le doti che mi riconosco c’è sicuramente quella di essere capace di mediazione e diplomazia. E sono le doti che, in questo anno al Governo, e prima nel mio ruolo tecnico di coordinatore della task force, in un periodo così caldo e difficile com’è stato quello della pandemia, ho cercato di usare e migliorare”.
Perché andare allora?
“Con il presidente Emiliano non c’è mai stato uno scontro, su questo voglio essere chiaro. I rapporti personali sono eccellenti. E voglio dire anche che esiste un problema di resistenza fisica allo stress: ho messo a dura prova la mia tenuta, sono stanco. E credo sia normale. Poi mi sono fatto alcune domande: arrivo dal mondo della scienza, che ha delle sue regole. Non è facile avere a che fare con quelle della politica e della burocrazia”.
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C’è stato un motivo di scontro particolare con il presidente Emiliano?
“C’è stato un punto su cui abbiamo preso strade diverse. Un punto che io ritengo, anche per la mia storia professionale, molto importante. Su sollecitazioni della politica, il presidente Emiliano ha deciso di accontentare una famiglia, due genitori – per i quali io, da padre, ho la più grande comprensione – che chiedevano di somministrare al figlio affetto da una grave malattia genetica, la Sma, un farmaco innovativo. E assai costoso. Costosissimo. Ora l’efficacia di questo farmaco è riconosciuta soltanto nelle fasi molto precoci della malattia. Purtroppo, però, il bambino in questione è in una situazione diversa, e dunque non è dimostrata l’efficacia del farmaco nelle sue condizioni di salute. Tanto che la stessa azienda che lo produce non include negli studi clinici bambini con quelle caratteristiche. Questo, perché, la probabilità che questo farmaco funzioni è molto bassa, anzi i rischi legati alla somministrazione del farmaco superano gli eventuali benefici. Voglio dire: in questi casi esistono dei set di regole molto chiari, dettati dagli organi regolamentatori, Ema, Aifa. E Aifa, su nostra richiesta, si è espressa chiaramente dicendo che non è riconosciuta la bontà del farmaco di cui parliamo, anzi ha confermato che il rapporto rischi benefici è sfavorevole. Rispettare le regole non è un capriccio. Ancor più perché si tratta di norme che servono a tutelare il cittadino: servono a non somministrare farmaci inutili o pericolosi. E a tutelare la spesa sanitaria pubblica che deve essere basata sull’efficacia della terapia. Ecco, stando così le cose, quando mi è stato chiesto di comprare il farmaco, ho detto chiaramente che una scelta del genere non avrei mai potuto avallarla”.
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Emiliano ha detto di sì, però.
“E’ una sua scelta. Ed eventualmente si utilizzeranno fondi propri della Regione. Il processo decisionale ora non è più nelle mia mani. La mia posizione l’ho espressa”.
La scelta del presidente sembra dettata dall’onda emotiva. E l’emotività è uno degli aspetti della politica. Non può non farci i conti anche lei.
“E’ vero (ndr, sorride).In questi due anni mi sono trovato di fronte a un sistema che è molto complicato da governare. I livelli decisionali sono tanti, tanti sono gli ostacoli, i punti di vista, gli interessi. Per uno che, come me, è abituato a lavorare all’interno di un set di regole precise, non è facile. Intendiamoci: il problema non è litigare. Perché, per fortuna, anche nel mondo della scienza si litiga. Ma è una questione di metodo: lavorare senza un metodo mi crea la sensazione di non riuscire a portare a compimento il mio mandato. E questa è una cosa a cui non sono abituato”.
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Come giudica, fin qui, la sua esperienza di Governo?
“Sono molto contento di quello che abbiamo fatto come risposta alla pandemia. Meglio, sono orgoglioso. E non è certo stato un lavoro mio. E’ un lavoro di gruppo che è stato fatto con tutti i Dipartimenti di prevenzione. Se il programma vaccinale, e più in generale le politiche di risposta al Covid, in Puglia sono state un successo, bene, questo è merito non certo dell’assessore ma dei dipartimenti di prevenzione della Regione che hanno fatto un lavoro straordinario”.
Ma allora, se siete stati così bravi, perché andare?
“Sento di aver esaurito il mio mandato iniziale. Ho anche consegnato un piano per il progetto della ristrutturazione del sistema di prevenzione che, con i tempi dell’amministrazione, della burocrazia e della politica, spero vedrà la luce. Ecco, se c’è un elemento importante nella mia scelta questo è quello del tempo: in pandemia le decisioni si prendono velocemente, anche quando sono impopolari. E in questo il presidente Emiliano è un fuoriclasse, sono sempre stato molto solidale con il suo decisionismo. Quando si tratta di governare la sanità, però, le cose sono diverse: serve un ritmo e un metodo diverso. In questo caso il pensiero, il ragionamento e la visione devono prevalere”.
Emiliano può farle cambiare idea?
“Questa per me è stata una decisione importante. Una di quelle decisioni che, nella vita, non si prendono a cuor leggero”.