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Era destinato a poche righe in cronaca: abusi familiari, violenza, omicidio, carcere. La spirale dell’autodistruzione. Ma nel momento più buio Luigi Celeste, il giovane naziskin che nel 2008 venne condannato a dodici anni e quattro mesi per aver ucciso il padre che pestava e minacciava di morte la madre e il fratello, a Milano, ha scritto la sua vita in un libro: Non sarà sempre così.