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Adesso è definitivo: il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’Università di Pavia contro la condanna – emessa nel 2020 dal Tar di Milano – : l’ateneo dovrà restituire 4,8 milioni di tasse agli studenti. Una vittoria per l’Udu, l’Unione degli universitari, che aveva aperto il caso anni fa: l’associazione aveva denunciato come le tasse richieste dall’ateneo pavese nel 2013 non rispettassero il limite imposto dalla legge. E non era il primo ricorso: sommati ai ricorsi degli anni precedenti, l’ateneo deve rimborsare una cifra totale di ben 19 milioni.
Aggiunge Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari: “Questa notizia ci pone nella direzione giusta, quella che ci porterà alla gratuità degli studi universitari. Stiamo dimostrando alle istituzioni e alle università che la loro condotta degli ultimi anni in termini di contribuzione studentesca, costituisce un comportamento discriminatorio e illegittimo che fa gravare sulle spalle degli studenti, in particolare su quelli fuoricorso, le responsabilità di uno Stato incapace di finanziare adeguatamente l’alta formazione”. L’ultimo intervento importante per la tassazione studentesca risale infatti al secondo Governo Conte. Con il decreto Rilancio del 2020, vennero stanziati 165 milioni per innalzare la no tax area da 13mila a 20mila euro isee. L’anno successivo, a parità di risorse, tale soglia venne ulteriormente innalzata: perciò, gli studenti con isee non superiore a 22mila euro non devono pagare alcuna tassa universitaria. Questo, sempre che lo studente rispetti anche criteri di merito. “Da allora” conclude Piredda “nulla è cambiato. Chiediamo al Governo di svegliarsi dal torpore e rendersi conto una volta per tutte della difficile situazione economica in cui versano molti atenei. Chiediamo un sistema universitario pubblico migliore che possa finalmente avere un livello di risorse adeguate a un Paese avanzato”.