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M5S, Conte: “Ho declinato la candidatura alle suppletive di Roma”. Calenda a Letta: “Prima di altra figuraccia, sentiamoci”

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“Ho declinato” la proposta a candidarsi alle suppletive per il seggio alla Camera lasciato libero da Roberto Gualtieri. A dirlo è stato, nel pomeriggio, Giuseppe Conte. Le “perplessità” dell’ex premier erano note, ma la notizia della candidatura certa di Carlo Calenda in alternativa alla sua – lui che in quella zona aveva preso il 30 per cento da candidato sindaco giusto due mesi fa – ha fatto sì che che il rifiuto fosse ad un passo. Il timore era che attorno al leader di Azione si coagulasse la minoranza dem ostile al Movimento, con un assist indiretto del centrodestra che proporrebbe un nome debole.

Elezioni suppletive Camera, rispunta il nome di Conte per sostituire Gualtieri nel collegio Roma 1

di

Giovanna Vitale

05 Dicembre 2021

Le reazioni

Su Twitter Calenda aveva commentato che “i 5 Stelle hanno devastato Roma, paralizzandola per cinque anni e mortificandola in tutti i modi. Non esiste, ma proprio non esiste, cedergli un collegio dove hanno fatto uno scempio”. Anticipando il fatto che, se Conte sarà della partita, allora l’ex ministro è pronto a fronteggiarlo. “Farò di tutto affinché il seggio non vada ai Cinque stelle, che hanno devastato Roma” aveva aggiunto Calenda prima del rifiuto di Conte.

Dopo il rifiuto di Conte, il leader di Azione si è rivolto a Letta durante la presentazione del libro di Marco Bentivogli: “Io tre settimane fa ho chiamato Letta e, visto che a Roma centro ho preso circa il 32%, gli ho detto ‘non facciamo una cosa all’ultimo che poi ognuno va solo’. Ha detto sì ma poi non l’ho più sentito. Poi sono usciti alcuni nomi, l’ho richiamato e gli ho detto ‘parliamo’ ma poi di nuovo non l’ho più sentito fino a che è uscito Conte. Allora, prima di combinare un altro macello facendosi dire di no da Conte, possiamo sentirci 5 minuti? Magari può essere utile per tutto il campo del centrosinistra”.

Tanti comunque i consensi già arrivati all’ex ministro, tanto che il senatore forzista Francesco Giro annuncia di voler fare campagna elettorale per lui. Anche Matteo Renzi sulla sua newsletter aveva annunciato battaglia: “Regalare il seggio sicuro (a quel punto forse non più sicuro?) al premier del sovranismo, all’uomo che ha firmato i decreti Salvini, all’avvocato che non vedeva differenza tra giustizialismo e garantismo significherebbe subalternità totale. È un seggio parlamentare, non è un banco a rotelle! Se davvero sarà Conte il candidato del Pd, ci attende una bellissima campagna elettorale nel collegio di Roma Centro”.

Consultazione online per scegliere i vicepresidenti

Conte intanto ha poi fatto sapere che giovedì 9 e venerdì 10 dicembre si terrà una consultazione online in cui l’assemblea degli iscritti sarà chiamata a deliberare sull’approvazione dei cinque vicepresidenti Todde, Taverna (vicepresidente vicaria), Ricciardi, Turco e Gubitosa, e sull’elezione dei componenti dei comitati politici”. Una scelta necessaria, ha spiegato Conte, per “far compiere al M5Suno scatto puntando sulle competenze delle sue donne e dei suoi uomini. Avremo un Movimento capace di agire come squadra, nessun andrà più in ordine sparso”. Ma perchè una consultazione online? “Gli iscritti contribuiranno ad incidere sul futuro volto degli organi dirigenti della nostra comunità -spiega Conte – È una scelta, questa, da condividere in piena trasparenza e consapevolezza al di fuori di camini, caminetti, stanze segrete”.

Il reddito di cittadinanza

Intanto, tra i 5 Stelle si parla ancora di reddito di cittadinza. A intervenire sul tema è stato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dal palco di Atreju, la kermesse organizzata a Roma da Fratelli d’Italia. “La svolta di Berlusconi sul reddito di cittadinanza la considero significativa”, ha sottolineato il grillino. È una misura, ha aggiunto,  che viene appoggiata da “tutte le forze politiche, a parte FdI”. E poi ha assicurato: “Nessuno sarà mai in grado di abolire il reddito di cittadinanza, al massimo gli cambieranno nome. Anche perchè bisogna fare attenzione alle tensioni sociali. Poi di altri correttivi ce ne saranno sempre di più”.

Il ministro dello Sviluppo Economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, sempre dal palco di Atreju ha però replicato: “Più che di reddito di cittadinanza dobbiamo parlare di lavoro di cittadinanza perchè è solo con il lavoro che, chi è idoneo a farlo, si realizza compiutamente nella sua dimensione umana, non solo percependo un reddito e sentendosi un assistito”.

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