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M5S, Conte: “Penso che qualcuno voglia il Movimento fuori dal governo”

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“Inizio ad avere dubbi che ci sia qualcuno che voglia spingere il Movimento fuori dal governo”. Lo dice il presidente M5S Giuseppe Conte durante la presentazione della scuola politica del Movimento, aperta non solo agli eletti, candidati ed attivisti del M5S ma a chiunque. “Dicono spesso che vogliamo far cadere il governo. Io comincio a pensare che qualcuno voglia spingerci fuori dall’esecutivo. Se questa fosse l’intenzione ce lo dicano chiaramente. Chiedo rispetto per gli 11 milioni di cittadini che hanno votato il Movimento”.

M5S, al via la scuola di formazione politica: De Masi, Zagrebelsky, Montanari e Canfora tra i docenti

di
Matteo Pucciarelli

03 Maggio 2022

Il capo del Movimento presenta la sua scuola di formazione politica, “un laboratorio per condividere idee sulle politiche pubbliche e la crescita sociale e culturale della nostra società, che vogliamo più inclusiva, accogliente, capace di coniugare sviluppo e sostenibilità”, come spiega Conte che si è definito “il primo alunno e tutti quelli che ambiscono a un percorso dentro M5S dovranno studiare con me. Apriremo i nostri corsi senza steccati ideologici, apriamo a tutti i cittadini”, osserva. Ma ne approfitta anche per affrontare le tematiche più calde dell’ultimo periodo: dall’invio delle armi in Ucraina al caso Petrocelli. Sul primo punto, Conte sostiene che “lo scenario internazionale si fa sempre più complesso e insidioso e questo impone nuove scelte e di rivedere anche quelle già compiute”. Torna sulla richiesta del M5S di sentire il premier Mario Draghi in Parlamento: “Ieri il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha formalizzato la richiesta. Mi pare abbiano aderito anche altre forze politiche ed è stata accolta anche nel dibattito pubblico”. È giusto, rimarca, “che in una democrazia parlamentare il presidente del Consiglio venga a spiegare qual è la posizione dell’Italia, in quale direzione il paese si sta muovendo. Quando andrà a Washington, cercherà di ascoltare Biden o anche di persuaderlo sulle sue posizioni?”. La lista delle armi da inviare all’Ucraina “è secretata – prosegue – non la stiamo chiedendo al premier”. Sul decreto Ucraina, che i grillini non hanno votato a causa della presenza, nel provvedimento, di una norma sull’inceneritore di Roma, Conte osserva: “Non può neppure lontanamente calare il concetto di fiducia. E mi è stato riferito che il ministro Cingolani con questa norma non c’entri nulla”. E qui si rivolge direttamente al Pd: “Dobbiamo parlarci e capire quale sia l’orientamento: chi vuole lavorare con noi deve sapere che ci sono principi non negoziabili. Sul riarmo ha avuto un chiarimento tardivo, nel Conte II aveva sposato la transizione ecologica poi ci propone gli inceneritori. Noi non stiamo cambiando strategia. Chi lavora con noi deve chiarire quelle posizioni”. Gli risponde a distanza il senatore dem Andrea Marcucci: “Conte dice che qualcuno vuole spingerli fuori dal governo. A me sembra che siano i Cinque Stelle ad avere questo desiderio. È assolutamente sbagliato creare polemica su ogni provvedimento, siamo in una maggioranza istituzionale, si discute ma alla fine va privilegiato l’accordo nell’interesse dell’Italia”.

Sul conflitto russo-ucraino ribadisce la linea del Movimento: “Condanniamo la Russia e sosteniamo l’Ucraina, allo stesso tempo l’Italia deve lavorare e battersi per una soluzione politica al conflitto. Non vediamo alcuna possibilità che l’obiettivo possa essere sconfiggere la Russia, se così fosse sarebbe un grande errore e l’Italia deve correggerlo”. Per Conte sfidare Putin porterebbe a “una carneficina. Sconfiggere una potenza nucleare non è un obiettivo a portata di mano, sarebbe una follia”. La soluzione alla guerra? “Un negoziato, è a portata di mano. La storia e l’esperienza dimostrano che la diplomazia non conosce pause”, aggiunge.

Oggi sono arrivate le dimissioni di massa dei senatori di Pd, Iv, Lega, Forza Italia e Fdi dalla commissione Esteri di Palazzo Madama presieduta da Vito Petrocelli, noto per le sue posizioni apertamente filorusse, per rimuoverlo dal suo incarico. E Conte commenta: “Tutti i senatori M5S si dimetteranno. Ho già assicurato che il Movimento contribuirà a superare l’empasse in commissione” convinto che “anche il senatore Airola che è persona intelligente e seria e di cui mi pregio di essere amico si dimetterà”.

Poi c’è la questone del superbonus al 110% su cui Draghi ha detto di non essere d’accordo scatenando così le reazioni del Movimento, sostenitore della misura . “Draghi è stato “contraddittorio”, ha “parlato male di una misura che gli ha consentito di fregiarsi della crescita del Pil. Mi meraviglia che davanti al Parlamento europeo” il presidente del Consiglio “trovi l’esigenza di criticare una misura che ha fatto correre il paese”, puntualizza l’ex premier. Inevitabile, infine, un commento sulle prossime amministrative. “Mi fa piacere che in tanti comuni con il Pd andiamo insieme, ma noi abbiamo alcuni standard, come ad esempio sulla legalità, per cui ci sono alcuni comuni in cui non è possibile andare insieme – la spiegazione di Conte – Noi abbiamo vincoli stringenti e alcuni pilastri come la cultura della legalità: è capitato che ci fossero progetti che non rispondono ai nostri standard”. In altri casi, continua, è anche emerso che “ci sono indagini in corso: noi respingiamo atteggiamenti giustizialisti del passato, per noi gli indagati sono presunti innocenti, ma pretendiamo il rispetto delle regole”.

Tornando alla scuola di formazione politica a tenere le dieci lezioni di politica ci sarà anche il premo nobel Joeph Stiglitz per una lezione di economia in ricordo di Jean-Paul Fitoussi. E poi Gustavo Zagrebelsky, Nadia Urbinati, Andrea Riccardi, Catia Bastioli, Pasquale Tridico, Tomaso Montanari, Carlo Petrini, Fabrizio Barca, Vincenzo Visco. E ancora: Colin Crouch, Shoshana Zuboff, Vito Mancuso, Jan Zielonka, Erik Jones, Daniele Lorenzi, Vanessa Pallucchi ed Emiliano Manfredonia. “Sono 10 lezioni con premi nobel e accademici – spiega Conte – Obbligo dei nostri politici non è solo il rispetto l’etica pubblica e il perseguimento bene comune, ma accompagnare questo impegno con il miglioramento delle conoscenze e in un processo di formazione”.

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