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L’ex deputato Tommaso Currò appartiene ad un’era geologica fa, politicamente parlando. Il M5S era appena entrato in Parlamento, anno 2013. Fu uno di quei ‘cittadini-portavoce’ arrivati per scardinare il sistema, invece si ritagliò – primo fra tutti – il ruolo di dissidente. Una figura nuova per quel Movimento, poi diventata invece un classico delle cronache che riguardano i 5 Stelle.
Dissidente come, perché?“Fui il primo in una assemblea con Grillo e Casaleggio a dire: serve un accordo con il Pd di Bersani. Casaleggio mi rispose: ‘Se lo fate me ne vado’. Era l’aprile 2013 e da lì subito mi avversarono. C’era uno stallo incredibile, nessuno diceva nulla. Uscivamo dall’era del berlusconismo ed era convinto che l’innovazione del M5s doveva servire al progressismo. Non cambiai idea e allora Grillo mi chiamò per dirmi, ‘alla politica ci siamo noi, tu pensa ad altro’, al che ci posizionammo ufficialmente all’opposizione”.
E lì per lei si ruppe qualcosa.“Nel 2014 me ne andai dal Movimento, ormai aveva preso una piega distruttiva, iperpopulista, ricordate che si guardava alla destra di Farage, puro anti-europeismo. Non mi sentivo di starci dentro e così in aula dichiarai che non ne facevo più parte”.
Poi sono usciti in tanti, l’ultimo è Di Maio. Che magari fu proprio tra quelli che allora la misero ai margini.“Vorrei fare gli auguri a Di Maio, ricordandogli che in quegli anni avversò le persone più assennate, tutte persone che sono state messe da parte. Fu uno dei più duri verso di noi, ora è arrivato a maturazione. Un po’ tardi…”.
C’erano molti totem allora. Ora è rimasto solo il limite ai due mandati. Cosa ne pensa?“La considero una specie di truffa, non puoi prendere le persone e buttarle via quando stanno germogliando”.
Lei insieme ad altri dovette subire una specie di marchio d’infamia perché guardò al Pd. Poi con il Pd ci hanno fatto il fronte progressista, salvo farlo naufragare qualche giorno fa. Quanto le girano da uno a dieci?“Al di là di quella che fu la ‘dissidenza’, a me dispiace perché se fosse stata accolta subito quella proposta oggi per il Paese sarebbe andata diversamente. Anche il Pd, nel quale poi sono andato, mi ha deluso. Anche il Pd è vecchio. Manca un grande polo progressista, potevamo fondarlo dieci anni fa”.
Di Grillo cosa pensa invece?“Dispiace vedere come non sia mai maturato, come mai non l’ha presa lui la cartelletta, quella con cui sfotte Di Maio, per studiare e prendersi una responsabilità? La sua è una vita da interposta persona. Ha tarpato le ali al Movimento ed è rimasto un amico delle democrature, compresa la Russia di Putin”.
Il M5S è finito?“No, per niente. Qui Di Maio sbaglia. Quello che si staglia nella mente degli elettori è una passione fatta anche di simboli e contenuti politici, ci può essere una fase di stanca. Basta pensare a Berlusconi, che lo hanno dato per morto diverse volte…Dispiace solo che il M5S stia dalla parte sbagliata della storia, contro le democrazia”.
Conte anti-democratico? Per due volte è stato presidente del Consiglio, anche con il Pd…“Certe pulsioni non si manifestano in maniera così evidente, la natura del M5S non è mai cambiata. Non mi meraviglierei se dopo il voto finissero alleati con la destra sovranista”.