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M5S, è scontro totale. I diktat di Grillo: “Non toccate simbolo nome e mandati”. Ma Conte: “Ridiscutiamo tutto”

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Uno scossone agita l’agosto del Movimento 5 stelle. A innescarlo sono le parole Beppe Grillo: “Simbolo, nome e doppio mandato non si toccano”, è la sintesi di una lettera pubblicata sul blog dal fondatore. Un attacco mirato, che punta a delegittimare la nuova fase costituente lanciata ieri sera da Giuseppe Conte. Ma la risposta del leader 5s non si è fatta attendere: “Nessuno decide su cosa si può deliberare, anche io mi metto in gioco e discuteremo di tutto, regole comprese”.

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di Matteo Pucciarelli

13 Agosto 2024

L’ex premier “non è stizzito”, nell’attacco di Grillo semplicemente “non c’è nulla di nuovo”, ragiona chi conosce bene il leader pentastellato. Ma lo scontro è in atto e non si può negare. All’ora di pranzo le chat del Movimento impazziscono. Ne “Il nostro Dna”, nome della lettera pubblica sul suo blog, Grillo è netto: “I nostri tre pilastri non sono modificabili a piacimento, custodiamo ciò che abbiamo costruito”. Anche perché, è il sottotesto, questo partito l’ho creato io, guai a chi tocca limite a doppio mandato, nome o simbolo.

“Parole sante”, twitta l’ex ministro Danilo Toninelli. Da via di Campo Marzio i più vicini all’ex premier cercano di attutire il colpo: “E’ solo la sua opinione, da noi i dogmi non esistono”, dice Francesco Silvestri riferendosi a un eventuale terzo mandato. Il capogruppo alla Camera frena, parla di “punto di vista” del fondatore anche se “le sue parole hanno un peso”. Più duro lo sfogo della senatrice 5s Alessandra Maiorino: “Non ha più niente da dire”, è la risposta gelida al post di Grillo. Invece di parlare del limite dei due mandati, ragiona con Repubblica la deputata 5s Vittoria Baldino, “battiamoci per le preferenze”, perché Grillo “non ha contezza della realtà politica in cui viviamo”.

L’estintore, dopo una giornata di frecciatine, passa nelle mani di Conte: “Affrontiamo questo processo con animo sereno”, dice riferendosi al percorso costituente che sarà “rifondativo”. In un video che lo ritrae in maniche di camicia a Villa Borghese, l’ex premier apre ufficialmente la prima fase, quella della raccolta delle idee: “bisogni, obiettivi strategici e proposte operative”. Poi ci sarà lo step intermedio, con “300 iscritti sorteggiati a sorte” che si confronteranno. Sarà solo nella fase tre, all’ultima o penultima settimana di ottobre, che si terrà la vera Assemblea Costituente.

“Un esperimento di democrazia partecipativa mai realizzato, in Europa, da una forza politica”, puntualizza Conte. In palio c’è il nuovo Movimento, chiamato a ripartire dopo il beffardo 9,99% delle scorse europee. L’ex premier vuole ridare la parola agli iscritti (e smarcarsi dal fondatore). Ecco quindi la stoccata al Garante: “Ricordate mandato zero e simbolo? Sono già stati cambiati da due o tre persone, ora non possiamo accettare stop arbitrari. Anche nome, simbolo e regole vanno discussi”.

Non è la prima volta che Grillo attacca Conte, anzi è stato ben più duro in passato (“Ha preso più voti Berlusconi da morto che lui da vivo”, “Parlava e non si capiva, era perfetto”, “Ha vaporizzato il M5S”). La lettera poi è solo il secondo capitolo dello scambio di fine luglio: Grillo aveva chiesto un confronto “prima dell’assemblea”, ma l’ex premier aveva chiuso a “ogni discussione preventiva”.Il dualismo tra i due, a sentire i parlamentari, è arcinoto. “Non si stanno proprio simpatici”, confida uno dei tanti ex.

Già perché in Parlamento Conte controlla le sue truppe e ha un gruppetto di fedelissimi. Il problema è fuori: chi rivuole Grillo al comando ha lasciato i palazzi (Alessio Villarosa, Nicola Morra, Virginia Raggi, i più noti) o proprio il partito. Come Antonio Trevisi, senatore passato di recente in Forza Italia dopo 17 anni di militanza grillina: “Ero sempre in panchina, mi annoia la discussione sulle regole e poi Conte ha un suo cerchio magico”. Rimane defilato Roberto Fico. Anche fuori dai palazzi l’ex presidente della Camera è rimasto il collante tra chi incarna lo spirito fondativo e chi il nuovo corso. Interpellato risponde con un secco “no comment”. Di parole, in casa cinquestelle, ne sono volate già troppe.

 

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