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Come scegliere i candidati in lista del Movimento 5 Stelle, in bilico tra primarie sì e primarie no. E con quale simbolo presentarsi alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre: il logo tradizionale o una nuova immagina sulla quale spicchi il nome del leader? Ecco perché Beppe Grillo e Giuseppe Conte sono alle prese con nuovo braccio di ferro, dopo le tensioni e gli ultimatum legati al totem del doppio mandato.
Cosa vuole Grillo, cosa vuole Conte
Grillo vuole che il Movimento scelga i propri candidati con le parlamentarie e si presenti alle elezioni con il suo simbolo, così com’è. Conte invece punta a blindare almeno i capilista, e ritiene opportuno inserire il proprio nome nel logo. Un modo per capitalizzare il consenso accumulato da quando, nel 2018, andò a Palazzo Chigi. Entro metà settimana si chiuderà almeno il round sulle liste, in questo nuovo braccio di ferro fra il garante, che ha già stoppato il blitz sul limite ai mandati, e l’ex premier, che in queste ore sta definendo il regolamento per le candidature con il Consiglio nazionale e il Comitato di garanzia 5S.
Il nodo dei capilista
L’ipotesi più probabile è una soluzione ibrida: capilista scelti dall’alto e il resto dei candidati approvati tramite consultazione approntata su SkyVote. I tempi sono stretti, e nel Movimento c’è chi teme non siano ancora stati eliminati dal database della piattaforma coloro che in queste settimane hanno lasciato il partito e potrebbero ‘inquinare’ il voto. Rinunciare alle parlamentarie, però, incontra le resistenze di Grillo, che non vorrebbe derogare nemmeno al vincolo della residenza, principio per rendere prioritario il legame con il territorio. Tuttavia, questo aspetto rappresenta un potenziale ostacolo per alcuni big.
Conte candidato per il Parlamento
Le liste sono al momento il tema più delicato per Conte, pronto a candidarsi in prima persona (“nella prossima legislatura ci sarò anche io in Parlamento”, ha già fatto sapere) e intenzionato a usare il suo nome accanto a quello del M5S. Una discussione, quella sul simbolo, in cui pesa anche il fatto che Grillo ne è il proprietario legale.