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Ma davvero la pandemia è finita? “Sì” dice Biden. “Quasi” secondo l’Oms. “Niente affatto”, avverte l’Ema

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Tre istituzioni, tre pareri diversi

“La pandemia negli Stati Uniti è finita” ha detto il presidente americano Joe Biden in un’intervista tv. Criticato da più lati, visto che gli Usa registrano 400 morti al giorno, un quarto delle vittime da Covid nel mondo, il capo della Casa Bianca ha in parte ritrattato: “Diciamo che la pandemia non è più come prima”. Poi in ogni caso ha invitato a vaccinarsi.

“La fine della pandemia è in vista” aveva dichiarato la settimana prima il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. L’Oms ha calcolato che il numero delle vittime non è mai stato così basso da marzo 2020. Con 11mila morti alla settimana nel mondo, il bilancio del Covid si è ridotto del 22% rispetto alla settimana precedente. Anche i contagi – 3,1 milioni – sono scesi del 28%. “Non ci siamo ancora, ma la fine è in vista” ha incoraggiato Ghebreyesus.

L’Ema, Agenzia europea per i medicinali, non la vede così: “Non sappiamo come Biden sia giunto alla sua conclusione. In Europa consideriamo la pandemia ancora in corso” ha detto martedì, durante una conferenza stampa ad Amsterdam, il direttore sanitario dell’Agenzia, Steffen Thirstrup. Il responsabile dei nuovi farmaci e vaccini contro il Covid, Marco Cavaleri, è stato ancora più diretto: “Dobbiamo prepararci a una nuova ondata di contagi, in linea con la tendenza mostrata dal virus negli ultimi due anni”.

I contagi in Italia aumentano di nuovo

Fedele al calendario autunnale, intanto, il Covid in Italia ha ricominciato ad aumentare. Se tra il 7 e il 13 settembre avevamo contato 108.125 casi (15.446 al giorno in media), tra il 14 e il 20 siamo saliti a 120.085 (17.155 al giorno). “Dopo un calo, lento, che andava avanti da luglio, l’inversione di tendenza è avvenuta il 13 settembre” nota Stefania Salmaso, dell’Associazione italiana di epidemiologia: proprio il giorno della riapertura delle scuole in molte zone d’Italia.

Covid Italia, il bollettino del 21 settembre: 21.190 contagi e 46 morti

a cura di Redazione Cronaca

21 Settembre 2022

Anche i funerali della regina Elisabetta che si sono conclusi due giorni fa potrebbero trasformarsi in un focolaio di teste coronate: la sovrana danese Margrethe II, 82 anni, che era seduta proprio di fronte al nuovo re inglese Carlo III, è risultata positiva al suo ritorno in patria.

“In Italia La crescita è visibile soprattutto al Nord, tra il 25 e il 30%, mentre il Centro e il Sud restano ancora stabili” spiega Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’università di Milano. “Può essere l’effetto della ripresa delle attività dopo le vacanze, e in questo caso non dovremmo preoccuparci troppo. Oppure potrebbe esserci una nuova variante in azione, che ancora sfugge alla nostra osservazione. In quel caso potremmo assistere a una nuova ondata”.

La spada di Damocle delle nuove varianti

Dell’eventualità di una nuova variante ha parlato anche il direttore dell’Istituto delle malattie infettive degli Usa, Anthony Fauci, che in parte ha voluto smentire Biden: “Il numero dei contagi è alto in un modo inaccettabile. Siamo di fronte a un virus altamente trasmissibile e l’immunità che produce nell’organismo grazie ai vaccini o al contagio è transitoria”. Con ogni probabilità “vedremo una nuova variante emergere in autunno-inverno”.

I nuovi ceppi all’orizzonte sono quel BA.2.75 soprannominato Centaurus che, secondo La Vecchia, “non è riuscito a prendere piede fino a ora, e difficilmente a questo punto lo farà”. Si guarda poi a BA.4.6, che sta salendo gradualmente negli Stati Uniti, ma da noi è ancora a livelli minimi.

Accanto a noi, in Europa, la Francia sta risalendo con decisione nei contagi, mentre in Gran Bretagna, Germania e Francia, la situazione resta tranquilla. Le azioni delle case farmaceutiche che producono vaccini, se questo può essere un indicatore, sono da diversi giorni in calo.

Gli scenari per l’autunno

In questa ridda di dichiarazioni e di indizi contrastanti, cosa accadrà? “La contraddizione è meno forte di quel che sembri” riflette La Vecchia. “I casi gravi di Covid oggi sono ridotti, grazie alle caratteristiche di Omicron e alle vaccinazioni. L’occupazione delle terapie intensive è inferiore rispetto a un anno fa, quando pure i contagi erano assai più bassi. Questo darebbe ragione a Biden. Se invece guardiamo alle infezioni, con una variante contagiosa come Omicron 5 e la ripresa delle attività al chiuso, è possibile che aumentino, come sostiene l’Ema”.  

Secondo i calcoli di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), i pazienti Covid nei reparti ospedalieri sono il 5% del totale. Nelle terapie intensive non superano il 2%. Sono dati lontani dall’emergenza, “ma con leggeri segnali di risalita” fa notare Salmaso. Che comunque concorda: “Con l’84% delle persone vaccinate con due dosi, il 70% circa con tre e buona parte della popolazione in un modo o nell’altro immune, siamo ben lontani dall’acme dell’emergenza. Nel 2020 avevamo un mondo intero suscettibile al nuovo virus. Ognuno di noi era preoccupato per la propria salute. Oggi invece dire che la fine della pandemia è vicina ha un senso. Quel che è sbagliato è il salto logico secondo cui avremmo raggiunto il rischio zero. Questo no, il coronavirus resta pericoloso. E noi faremo bene a continuare a prestare attenzione”.

L’incognita della Cina

C’è poi la Cina, che segue un binario tutto suo: la politica del Covid zero, con lockdown e test di massa per impedire al virus di circolare. Il paese dove la pandemia ebbe origine oggi conta solo un migliaio di casi al giorno. Ma con una grossa fetta della popolazione – soprattutto anziana – non vaccinata, o immunizzata con prodotti non molto efficaci, Pechino teme giustamente che il coronavirus metta in crisi i suoi ospedali.

Il risultato è che il governo ha preferito tenere in casa i 21 milioni residenti di Chengdu anche durante un terremoto 6.8, il 5 settembre, pur di non allentare il lockdown. La rabbia è aumentata quando un autobus che portava delle persone in un hotel per la quarantena domenica scorsa si è ribaltato nella provincia del Guizhou, causando 27 vittime. “Siamo tutti su un autobus, andremo tutti a schiantarci” è riuscito a commentare un cittadino cinese sui social.

“Anche tecnicamente – aggiunge Salmaso – è difficile che l’Oms possa dichiarare esaurita una pandemia se ci sono aree del mondo ancora molto suscettibili. Cosa accadrà, quando la Cina si riaprirà al mondo, resta un’incognita”.

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