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Sulla destra del cartellone c’è lei, gli occhi chiusi, la testa reclinata sulla spalla. È persa nel proprio piacere solitario. A sinistra, in basso, fa capolino una creatura rosa falliforme in silicone anallergico, un gioco, il probabile artefice di quella invidiabile beatitudine. Tra lei e lui campeggia una scritta: “La mamma non si tocca. O forse sì”. È la campagna