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Manovra, la politica si divide sullo sciopero: il Pd spera nel dialogo con i sindacati, Salvini attacca la Cgil: “Irresponsabili”. La sinistra sostiene la protesta

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La manovra Draghi spacca i sindacati, ma non solo. Anche i politici si dividono sullo sciopero generale di 8 ore proclamato da Cgil e Uil per il prossimo 16 dicembre contro una legge di bilancio “non soddisfacente”, per loro, sul fronte di una riforma fiscale attesa da anni, ma anche su quello delle pensioni e del lavoro. Se n’è tirata fuori la Cisl, che considera “sbagliato ricorrere alla protesta e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese”. Fonti del Governo hanno fatto sapere che la scelta “in questo momento non è comprensibile” sottolineando inoltre che nei prossimi giorni continuerà il confronto con i sindacati e si lavorerà anche nell’ottica di scongiurare lo sciopero indetto per giovedì prossimo. Ed è quello che si augura anche il ministro dem del Lavoro, Andrea Orlando (“Io spero e credo che ci sia ancora lo spazio per un dialogo” ha detto in un’intervista a Repubblica) e Enrico Giovannini che parla di “manovra espansiva”. Il Pd si allinea con l’esecutivo puntando sempre al confronto con i sindacati, mentre la sinistra appoggia la protesta. Matteo Salvini attacca la Cgil e apprezza la scelta della Cisl di non aderire alla protesta: “È inspiegabile e irresponsabile la scelta della Cgil di indire uno sciopero poco prima di Natale, dopo che il governo ha tagliato le tasse anche per i dipendenti e i pensionati. Ringrazio la Cisl per il senso di responsabilità che dimostra”.

Orlando: “C’è ancora spazio per il dialogo con i sindacati, subito nuove regole sui rider”

dal nostro corrispondente

Claudio Tito

06 Dicembre 2021

Ribadisce la linea del governo, dunque, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini sostenendo una manovra “che contiene una prospettiva di
investimenti per i prossimi dieci anni, investimenti che i sindacati avevano giustamente richiesto negli scorsi anni. C’è spazio ancora per discutere e il mio auspicio è che questa discussione avvenga e si tenga conto di una serie di proposte che possono venire dal mondo sindacale – ha detto a Rainews 24 – È una manovra espansiva, la prima da molto tempo, che affronta alcuni nodi, da una parte la riduzione delle tasse, dall’altro gli ammortizzatori sociali, ma poi che investe sul futuro. Vedremo il dialogo con i sindacati”, ha concluso Giovannini.

Dal Nazareno commentano: “Lavoreremo per riportare unità e dialogo, che sono i nostri punti cardinali”. E punta al confronto con i sindacati anche Antonio Misiani, responsabile all’Economia e Finanze del Pd, commenta: “In queste settimane abbiamo lavorato costantemente per tenere aperto il confronto tra il governo e le parti sociali e proseguiremo a farlo a maggior ragione dopo la proclamazione dello sciopero generale da parte di Cgil e Uil. Le nostre stelle polari sono il dialogo sociale e l’unità sindacale. Il giudizio che diamo sulla legge di bilancio rimane positivo: la manovra è espansiva e finanzia misure sociali importanti, dalla riforma in senso universalistico degli ammortizzatori sociali alla sanità, al reddito di cittadinanza, all’università – ha spiegato Misiani – Per quanto riguarda il taglio dell’Irpef, sarebbe stato preferibile sterilizzarlo per i redditi più elevati ma in ogni caso il 90 per cento degli sgravi va a favore dei primi tre scaglioni di reddito e le buste paga di oltre dieci milioni di lavoratori dipendenti beneficeranno nel 2022 di un miliardo e mezzo di decontribuzione. Detto questo, in Parlamento lavoreremo per migliorare gli interventi su temi quali la scuola, la non autosufficienza, la previdenza. E continueremo a sollecitare l’avvio del confronto del governo con le forze sociali sulle pensioni, così come l’adozione di norme più incisive sulle delocalizzazioni”, ha concluso il responsabile dem all’Economia.

Sorpreso dallo sciopero il senatore del Pd Dario Parrini, presidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama: “Nella legge di bilancio ci sono interventi importanti per lavoratori e pensionati, per il sociale, per la non autosufficienza. Ci sono quattro miliardi in più per la sanità e risorse contro il caro-bollette. Azioni significative sugli ammortizzatori sociali e per la sicurezza nei luoghi di lavoro. A inizio 2022 entrerà pienamente in vigore l’assegno universale e unico per i figli a carico. Sarei tuttavia insincero se dicessi che trovo lo sciopero generale è una risposta comprensibile e in linea con le presenti esigenze del paese. Lo dico con estremo rispetto: è una decisione che mi ha sorpreso. E mi ha sorpreso negativamente”. E spera in un ripensamento delle due sigle sindacali, il senatore Pd, Andrea Marcucci: “Lo sciopero generale è immotivato ed ingiusto. Il governo è oggettivamente venuto incontro alle parti sociali su argomenti determinanti dalla riforma fiscale alla legge di bilancio fino alla questione del caro bollette. Bene ha fatto la Cisl a non prestarsi ad una iniziativa sindacale del tutto immotivata. Cgil e Uil sono ancora in tempo a ripensarci”.

Dal centrodestra si fa sentire Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, a Bruxelles, che ha definito lo sciopero “un errore, soprattutto un danno per la ripresa economica. Credo che Cgil e Uil debbano ripensarci se veramente hanno a cuore la ripresa del nostro Paese”. Per il deputato di Italia Viva Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze, “in una società liberale i sindacati possono scioperare come e quanto vogliono, nel rispetto della legge. Non sta alla politica giudicare. Saranno i lavoratori a valutare quanto sia opportuno scioperare contro una legge di bilancio che spende più di 30 miliardi senza tagliare un euro, e che riduce le tasse di 7 miliardi, quasi tutte concentrate su lavoratori dipendenti e pensionati”. Mentre Stefano Fassina, deputato Leu, ha osservato: “La decisione di Cgil e Uil è comprensibile. Ma è anche dolorosa perché è un messaggio chiaro al centrosinistra e al M5S: segnala inequivocabilmente la solitudine del lavoro e la profonda insoddisfazione per come abbiamo rappresentato il lavoro e la sua sofferenza nella maggioranza a sostegno del governo Draghi. Il presidente del Consiglio dovrebbe tentare di recuperare il rapporto con l’universo del lavoro più in difficoltà e così evitare lo sciopero generale: ad esempio, potrebbe proporre un intervento sostanzioso ed adeguato contro l’impennata delle bollette, un onere insostenibile per milioni di famiglie”. Per Erasmo Palazzotto, deputato Leu, “non bisogna avere paure del conflitto sociale, in un momento così difficile bisogna porsi il tema che se la mediazione politica non è sufficiente a rispondere alle legittime rivendicazioni del mondo del lavoro, forse servirà lavorare per migliorare la mediazione politica”.

A schierarsi dalla parte dei sindacati è stato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “La scelta di Cgil e Uil è giusta e coraggiosa. La Legge di bilancio del governo Draghi non risponde alle emergenze più gravi del Paese a cominciare dalla disuguaglianza che continua a crescere con dimensioni e ritmi impressionanti. Sinistra Italiana sarà al fianco delle mobilitazioni sindacali”. Anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea condividono la scelta dei sindacati definendola “giusta e enecessaria”.

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