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Mattarella a Udine con i profughi ucraini: “La resistenza va sostenuta”

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“Benvenuti in Italia. So che la speranza che coltivate è quella di tornare presto in Ucraina, ma intanto qui siete ospiti graditi con tutto il sostegno e l’affetto che possiamo esprimervi”, ha detto a Udine il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a un gruppo di ragazzi ucraini profughi arrivati da due settimane dopo la fuga dal conflitto. “Una guerra insensata, provocata dall’aggressione militare russa contro il popolo ucraino, che va sostenuto nella sua resistenza”, ha ribadito il capo dello Stato rivolgendosi ai giovani ucraini ora ospiti dell’Istituto Bearzi di Udine. La stessa scuola frequentata da Lorenzo Parelli, lo studente di Morsano di Castions di Strada, morto a 18 anni, il 21 gennaio scorso, a causa di un incidente alla Burimec di Pavia di Udine, l’ultimo giorno di un percorso duale tra scuola e lavoro. “La natura del suo percorso formativo lo aveva portato in azienda. Ma è accaduto ciò che non può accadere, ciò che non deve accadere. La morte di un ragazzo, di un giovane uomo, con il dolore lancinante e incancellabile che l’accompagna è qui a interrogarci affinché non si debbano più piangere morti assurde sul lavoro” ha detto il presidente della Repubblica che ha incontrato lontano dalle telecamere anche i genitori e la sorella del ragazzo, in un’aula messa a disposizione dall’Istituto.

Le parole di Mattarella arrivano all’indomani dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro, il secondo in due giorni: ieri l’operaio, Fabio Palotti di 39 anni, è rimasto schiacciato all’interno del vano dell’ascensore al ministero degli Esteri a Roma. “La sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto, una necessità, assicurarla un dovere inderogabile. Questa esigenza fondamentale sarà al centro della cerimonia di dopodomani, Primo Maggio, al Quirinale. Ma quest’anno anticipiamo qui la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale o astratta ma di un’occasione di richiamo e riflessione alle condizioni del diritto costituzionale al lavoro”.

Mattarella ha poi parlato della ripresa economica che ” nel momento in cui sembrava avviata, anche con ritmi maggiori rispetto a molte delle previsioni, è intervenuta una guerra insensata, provocata dall’aggressione militare russa contro il popolo ucraino, che va sostenuto nella sua resistenza – ha ribadito il presidente della Repubblica – Il traguardo di umanità a cui è necessario tendere resta la pace. Ben lo sanno i giovani, ai quali la Repubblica, in questi 76 anni, ha saputo assicurare la pace. La pace – ha proseguito – che è inscindibilmente connessa alla libertà, al diritto, alla giustizia, allo sviluppo nel benessere dei nostri paesi e delle nostre città”. Prendendo la parola il presidente ha concluso osservando che “in questo tempo difficile è bello trovarsi sotto l’immagine rassicurante di Don Bosco”, a cui fanno riferimento i salesiani.

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