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Mattarella dà la scossa: “Tocca a noi trasformare la speranza in realtà”. E ricorda Cecilia Sala

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“Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza”. In piedi, dalla sala del Lucernaio al Quirinale, con sullo sfondo l’albero di Natale guarnito con gli articoli della Costituzione, Sergio Mattarella esorta, nel tradizionale messaggio di fine anno, gli italiani a prendere in mano il loro destino. Racconta di Paese fatto “di luce e ombre”, un intreccio di “straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere”, e invita a non stare fermi, perché “tocca a noi tradurre la speranza in realtà. La speranza siamo noi, il nostro impegno, e non può tradursi soltanto in attesa inoperosa”.

Il discorso di fine anno di Mattarella agli italiani, ecco il testo integrale

31 Dicembre 2024

“Vicini a Cecilia Sala”

Per la prima volta parla di Cecilia Sala, la giornalista del Foglio e di Chora Media rinchiusa dal 19 dicembre in un carcere di Teheran: “Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”.

Non cita l’Iran, ma coglie l’occasione per ricordare l’importanza del giornalismo in una democrazia, difendendo così il lavoro di chi ancora va nei posti per poi raccontare all’opinione pubblica: “Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”. Il Quirinale è stato informato sin da subito dell’arresto ed è in stretto contatto col governo.

“Crimini in calo, ma preoccupano reati odiosi”

Discorso di diciassette minuti. Il suo decimo, Giorgio Napolitano era arrivato a nove. Il prossimo 29 gennaio saranno dieci anni che fa il presidente della Repubblica: un traguardo ineguagliato.

Cosa si percepisce ascoltandolo in questa fredda sera romana? Un tono esortativo, anzitutto. Un senso dell’appello. Anche una preoccupazione, perché l’Italia è da sempre contraddizione. Negli ultimi dieci anni, spiega, il numero degli omicidi, delle rapine e dei furti, è diminuito, fonte Censis, ma sono cresciuti altri reati odiosi, “le truffe agli anziani, le aggressioni via web ai ragazzi, il bullismo, la violenza di strada, comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo”. I giovani gli stanno a cuore. Vanno ascoltati nel loro disagio, sono “la grande risorsa, abbiamo il dovere di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni”.

“Superare diseguaglianze che spingono i giovani ad andarsene”

Mattarella rifugge dal tutto va bene, ma vede “straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere”. L’acuta contraddizione vale in tanti ambiti. Per esempio nella sanità: “Possibilità inimmaginabili fino a tempo addietro per malattie ritenute inguaribili e nello stesso tempo vi sono lunghe liste d’attesa che, se tempestivi, possono salvare la vita”. E nel lavoro: “I dati dell’occupazione sono incoraggianti, resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassintegrazione”.

Osserva quindi la nostra società con realismo. E’ vero, il lavoro cresce, “ma i giovani vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati. Tra nord e sud c’è inoltre una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane”. Che fare? “Colmare queste distanze. Assicurare una effettiva pienezza di diritti è il nostro compito”, risponde guardando dritto nella telecamera.

“Carceri, inammissibili condizioni che portano a suicidi”

Politico è il passaggio sulle carceri. Un tema che gli è caro. Denuncia: “L’alto numero dei suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li condotti alla illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operatori, che meritano di essere sostenuti”.

Il ricordo di Sammy Basso e Giulia Cecchettin

Ricorda gli uomini e le donne che hanno saputo trasformare il proprio dolore “in una missione per gli altri”. E qui cita, come esempio, Sammy Basso, il biologo scomparso lo scorso 6 ottobre a quasi 28 anni a causa della progeria, una malattia rara che provoca l’invecchiamento rapido dei tessuti. E non dimentica di ricordare Giulia Cecchettin, e “le tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi”.

Ricorda che quest’anno la parola dell’anno scelta dalla Treccani è rispetto. “Rispetto verso gli altri è il primo passo”. A cominciare per la vita degli operai nei cantieri. “Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità”, dice ricordando l’ultima delle troppe tragedie, quella di Calenzano.

L’appello a impegnarsi in prima persona

Non chiudiamoci nelle nostre case, o nell’astensionismo al momento del voto: “Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro”. Siamo padroni del nostro destino, ci ricorda il presidente. Se ci mettiamo in relazione all’altro, “in una trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale”, le nostre comunità saranno migliori, evitando “un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini. Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza”. Questo impegno per l’altro è il vero patriottismo.

Sono patriottici “i medici del pronto soccorso che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose, quello dei nostri giovani insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani, di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza, di chi lavora con coscienza, di chi si impegna nel volontariato. E’ patriottismo di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e leggi, ne vive appieno la quotidianità”.

“Sconfortante sproporzione tra spesa per l’ambiente e per gli armamenti”

Il capo dello Stato ci ammonisce perché coglie una pubblica opinione “lacerata”, “faglie profonde attraversano le nostre società”. E si augura che “il tempo nuovo” che ci attende sia migliore di questo 2024 funestato dalle guerre, persino nei giorni di festa. “Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata, nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina, e gli innocenti rapiti da Hamas, tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane”. Mai come adesso “la pace grida la sua urgenza”. Urge una pace giusta, “che eviti che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa”.

La crescita della spesa in armamenti, “innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina, costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa, ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari, otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico: una sconfortante sproporzione”.

“Ottant’anni della Liberazione, fondamento della Repubblica”

Infine, solo con la partecipazione al voto la democrazia si salva, “la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune: questo è il compito alto che compete alla politica”. Nell’antifascismo come valore. “Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione, che è fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione. Una ricorrenza importante”, ricorda a chi non vuol vedere le radici della Repubblica, del nostro stare insieme.

 

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