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Mediterraneo, quasi sessanta morti dall’inizio dell’anno. L’ultima è una bambina

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Quasi sessanta morti dall’inizio dell’anno, più di venti in tre giorni, fra cui tre bambini. All’indomani dell’ennesima missione albanese, con la nave militare Cassiopea utilizzata per trascinare in Albania 49 persone intercettate in acque internazionali davanti a Lampedusa e mentre si prepara il ritorno del sesto naufrago, illegittimamente trasferito, nel Mediterraneo è ancora strage.

Morire a 7 anni

L’ultima vittima, una bambina di soli sette anni, si è spenta all’ospedale di Malta, dove era stata trasferita d’urgenza dopo essere stata rianimata sul ponte. Era stata soccorsa insieme alla madre e alla sorella dall’equipaggio di Ocean Viking, la nave dell’ong Sos Méditerranée, ma mentre i rhib, le lance di soccorso veloce, tornavano verso la nave, ha perso i sensi. Troppi gli stenti, il freddo, i fumi, troppo deve aver subito nei mesi o anni in cui è stata costretta a sopravvivere in Libia.

“Quando è arrivata sul ponte siamo riusciti a rianimarla, stabilizzarla e metterla in condizioni di essere portata via in elicottero”, dice Rebecca del team medico di Ocean Viking. Insieme alla mamma e alla sorella è arrivata a Malta, ma poco dopo è arrivato un nuovo crollo. E a quello non è sopravvissuta. “Queste tragedie avvengono per l’assoluta mancanza di supporto statale nel Mediterraneo – denuncia l’operatrice sanitaria – Nessuno dovrebbe subire questo”.

Solo ieri, diciotto corpi sono stati trovati sulla spiaggia di Al-Aqila, a ovest della città di Brega, in Libia, sulla costa tra Sirte e Bengasi. Non si sa su che barca fossero, in quanti fossero partiti, quanti ne manchino all’appello. Sono vittime che non entrano nella macabra conta delle vittime di un Mediterraneo svuotato di soccorsi e trasformato in tagliola.

I dati dell’Onu

Ufficialmente, se ne contano già 37 secondo gli ultimi dati raccolti da Missing migrants, dell’agenzia Onu Oim. Ma è cifra che va aggiornata con le vittime degli ultimi giorni. Quelle parziali del naufragio in Libia e i tre bambini che hanno perso la vita al largo di Lampedusa prima che la nave ong Sea Punk riuscisse a raggiungere il barchino su cui viaggiavano. Di uno di loro non è stato trovato neanche il corpo.

Il soccorso ai migranti nel Mediterraneo: arriva la prima nave umanitaria punk

Alessia Candito

20 Maggio 2023

“Per troppo tempo – dice Nicola Dell’Arciprete, coordinatore in Italia dell’Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale il Mediterraneo è stato una traversata mortale per i bambini e le bambine in cerca di sicurezza e di una vita migliore. Il mese scorso, più di 300 persone sono morte o scomparse nelle sue acque, molte delle quali erano fuggite da conflitti, povertà e persecuzioni. Non possiamo permettere che questo continui”.

 

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