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Definisce le riforme delle istituzioni “la cosa più importante che si può lasciare in eredità per il futuro”. E difende dalle critiche l’autonomia differenziata voluta dalla Lega: “A differenza di quello che si dice, rafforzerà la coesione nazionale”. Giorgia Meloni parla in collegamento con il Festival dell’Economia di Trento e ribadisce l’agenda della maggioranza: “FdI è per il presidenzialismo e la Lega per l’Autonomia: presidenzialismo e autonomia sono nel programma del centrodestra che vogliamo portare avanti da anni banalmente perché ce lo hanno chiesto i cittadini e una volta che i cittadini si sono espressi le dobbiamo fare”. Anche se ci sono “tempi diversi”, sottolinea, “le faremo entro la fine di questa legislatura”. E ci tiene a specificare che “in Cdm e tra partiti di maggioranza c’è un ottimo clima e quella rivalità di cui leggo nella narrazione, nel racconto politico, io non la vedo”.
I paletti sulle riforme
Presidenzialismo e autonomia a braccetto, quindi. Sul primo, Meloni torna a rimarcare i paletti rispetto al confronto con le altre forze politiche: “Ascoltiamo tutti ma partiamo da due principi per me irrinunciabili: la stabilità di governi e legislature, che è la cosa più potente che economicamente si può costruire; e il rispetto del voto dei cittadini, articolo 1 della costituzione, la sovranità appartiene al popolo”. Sull’autonomia invece, bada a gestire gli equilibri interni al centrodestra dopo l’incidente diplomatico al Senato che ha irritato il ministro Roberto Calderoli. E specifica: “Introdurremo i livelli essenziali delle prestazioni, che sono il vero elemento di coesione e rafforzeremo le competenze di quelle regioni che sanno spendere meglio i soldi”. Con una postilla per spostare la stoccata verso l’opposizione: “Non mi stupisce che chi si straccia le vesti contro l’Autonomia differenziata in questi anni non è riuscito a spendere miliardi di fondi europei”.
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dalla nostra inviata Rosaria Amato
I rapporti con la Francia
Sull’altro fronte delicato dei primi mesi di governo, quello estero dei rapporti con la Francia, nonostante le ripetute tensioni, la premier nega che ci sia una conflittualità: “Trovo divertente e un po’ infantile la lettura che si dà delle relazioni fra Italia e Francia. Il rapporto con Macron è improntato alla concretezza. Il fatto che ci siano critiche da altri Paesi, a volte, significa che l’Italia sta andando bene. I rapporti fra Italia e Francia sono storicamente forti, due paesi che hanno interessi convergenti su tanti dossier”. E aggiunge: “il fatto che diversi governi di estrazione politica diversa dalla nostra sentano il dovere di criticarci, non vuol dire che c’è un problema, vuol dire che il governo sta andando molto bene. Una certa narrazione rischia di essere smontata e questo è un problema che alcuni hanno, non con noi, ma con le loro opposizioni interne”.
“Sono secchiona perché insicura”
C’è spazio anche per una parentesi autobiografica: “Io sono diventata secchiona perchè ero una persona insicura e siccome ero anche orgogliosa, che è un’altra cosa che puà essere un pregio e un difetto, alla fine ho utilizzato quella debolezza cercando di trasforarla in un punto di forza”, dice Meloni. “Questo è un mondo che sulle donne costruisce sempre il tema dell’insicurezza. Io sono stata sempre sottovalutata nella vita, ma quando ti sottovalutano puoi anche stupire. Il racconto di certi politici che tentano di dimostrare che loro sono qualcosa di diverso dal genere umano non ha aiutato la classe politica. Oggi si dice ‘i politici’ come se si fossero calati da Marte con un’Ufo. ma i politici sono come tuti gli altri, c’è quello bravo, c’è quello meno bravo, c’è quello che ce la mette tutta…Tentare di raccontare che siam un’altra cosa non ci ha aiutato nell’empatia e nel rapporto con il popolo italiano”.