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ROMA – Può una presidente del Consiglio sovranista mostrarsi troppo pressante con un altro Stato per spingerlo ad accettare condizioni stringenti su riforme e diritti, in cambio di un ingente prestito del Fondo monetario internazionale? Non può, o comunque: preferisce non far passare in pubblico questo messaggio. È con questo spirito che Giorgia Meloni approderà domani a Tunisi. Ufficiosamente, però, inviterà le istituzioni tunisine ad ammorbidire la propria posizione.