[ Leggi dalla fonte originale]
GEDDA – Sulla banchina del porto islamico di Gedda, appena atterrata in Arabia Saudita, Giorgia Meloni non difende Daniela Santanchè. E prende ancora tempo. La premier parla per la prima volta della ministra del turismo, rinviata a giudizio otto giorni fa. Dopo oltre una settimana di gelo dal suo partito (dove tanti premono per le dimissioni della “Pitonessa”) Meloni tergiversa, mascherando l’imbarazzo. Ammette di non “avere le idee chiare”, che chiamerà la ministra, che sarà comunque oggetto di una valutazione. Il caso non è chiuso, insomma, nonostante la resistenza di Santanché.
Santanchè sulla moto scappa dai guai: “Non mi dimetto”
dalla nostra inviata Brunella Giovara
Il rinvio a giudizio di Daniela Santanchè “non giustifica le dimissioni. Non esiste nessun braccio di ferro. La incontrerò per parlarle – le parole esatte di Meloni, prima di salire sulla nave Amerigo Vespucci, ancorata a Gedda – Negli ultimi giorni ho sentito ricostruzioni infondate ma mi rendo conto che anche il mio silenzio possa averle alimentate. Non c’è alcun braccio di ferro, preoccupazione o imbarazzo che mi porterebbe a saltare addirittura le sedute del Consiglio dei ministri, o spostare la data della mia visita in Arabia saudita per non incontrare il ministro Santanchè. Io non credo che un semplice rinvio a giudizio sia esso stesso motivo di dimissione – ripete – Penso anche che il ministro Santanchè stia lavorando ottimamente. La valutazione che semmai va fatta è quanto questo possa impattare sul suo lavoro di ministro e che anzi forse deve fare soprattutto lei ed è quello su cui io attualmente non ho le idee chiare”. E ancora. “Penso che la incontrerò, in questi giorni non sono riuscita, le mie giornate non sono state serenissime. Non era una mia priorità rispetto alle cose delle quali mi sto occupando, la situazione è abbastanza fluida ma sicuramente parlerò con Daniela”.
Meloni interviene anche sulla protesta dei magistrati contro la separazione delle carriere. “Sono rammaricata per le proteste dell’associazione nazionale magistrati durante le inaugurazioni dell’anno giudiziario nelle corti d’appello. E sono rammaricata da questo atteggiamento dell’Anm per cui ogni riforma sul tema giustizia diventa un’apocalisse, una fine del mondo che bisogna sempre criticare senza se e senza ma. Le proteste sono legittime, ma i cittadini scelgono il programma di governo con il loro voto”.
La premier dall’Arabia – dove domani incontrerà Mohammad bin Salman – interviene anche sul caso Almasri. Quasi sfidando la corte penale internazionale, che aveva spiccato il mandato di arresto internazionale contro il dirigente della polizia giudiziaria libica. “Non parliamo di un trafficante di uomini – dice –Manderemo e chiederemo chiarimenti alla Corte penale internazionale”. Almasri, precisa ancora, “è stato riportato in Libia con volo di Stato per ragioni di sicurezza. È stato liberato su disposizione della Corte d’appello di Roma non su disposizione del governo. Non è una scelta dell’esecutivo. Quello che il governo sceglie di fare, invece, di fronte a un soggetto pericoloso per la nostra sicurezza è espellerlo immediatamente dal territorio nazionale. Sul tema dell’aereo segnalo che non è un’innovazione. In tutti i casi di detenuti da rimpatriare di soggetti pericolosi non si usano voli di linea anche per la sicurezza dei passeggeri. È una prassi consolidata e non inventata da questo governo, utilizzata anche dai governi precedenti”.
L’ultimo passaggio del rapido punto stampa riguarda l’offerta di Mps per Mediobanca. “È un’operazione di mercato. Da una parte dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere oggi è una banca perfettamente risanata che anzi avvia operazioni ambiziose. Questo deve renderci tutti orgogliosi per il lavoro fatto. Se l’operazione dovesse andare in porto parliamo della nascita del terzo polo bancario che potrà avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani”, conclude Meloni.