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Meloni sulle tensioni a destra: “Litighiamo ma la sera beviamo insieme”. E attacca Schlein e Landini

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Tensioni nel governo? “Litighiamo tutti i giorni, litighiamo la mattina e beviamo un bicchiere di vino insieme la sera”. Sdrammatizza. Risponde con una battuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in tv intervistata da Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4. “No, non litighiamo, qualche inciampo c’è, è anche fisiologico, ma sappiamo che cosa gli italiani sperano e si aspettano”, aggiunge la premier assicurando che il governo “non cadrà”. Cerca di dare l’immagine di un esecutivo in pace, nonostante le difficoltà di questi ultimi giorni, con il governo battuto in commissione Bilancio al Senato durante il voto sul taglio al canone Rai voluto dalla Lega.

“Diversi ma coesi”: la formula Meloni per nascondere le liti in maggioranza

Tommaso Ciriaco

02 Dicembre 2024

Blinda la sua maggioranza e passa oltre. Parla di migranti, sindacati, manovra, sanità, opposizione. Attacca il leader della Cgil, Maurizio Landini, che si muove da “ragioni ideologiche” e che fa “un’opposizione politica”. E la segretaria del Pd, Elly Schlein per le accuse al governo di aver tagliato i fondi della sanità in manovra: “Si tratta di falsità”, dice.

Scioperi, “deboli argomenti e risultati di Landini”

Il tema della protesta di piazza “mi preoccupa meno” anche perché “penso che normalmente i toni si alzano quando gli argomenti sono deboli e capisco la difficoltà di Landini perché i suoi argomenti sono deboli, come sono deboli i suoi risultati: lo sciopero generale che c’è stato” ha registrato “un’adesione sotto il 6%”, dice la premier che non risparmia critiche alle posizioni del leader della Cgil che si muove da “ragioni ideologiche” e che fa “un’opposizione politica”. Cgil e Uil hanno comunicato che l’adesione allo sciopero generale del 29 novembre invece è stata di oltre il 70%, con mezzo milione le persone che sono scese in piazza nelle più di 43 manifestazioni in tutta Italia. “Sciopero riuscito. Il mondo del lavoro ha abbracciato le ragioni della nostra mobilitazione”, hanno commentato i sindacati.

Continua però Meloni. Le difficoltà di Landini, sostiene, si trovano anche quando il leader della Cgil “si trova di fronte al governo che ha aumentato i salari, ha aumentato l’occupazione, ha diminuito la disoccupazione, ha aumentato l’occupazione femminile, ha aumentato i contratti stabili, ha diminuito il precariato, ha aumentato le pensioni minime, ha aumentato il Fondo sanitario nazionale”. Misure “che servivano ad aiutare i lavoratori e chi aveva redditi medio-bassi”, sottolinea ricordando che le risorse necessarie “il governo le è andate a prendere dalle banche e dalle assicurazioni. E Landini – insiste – non sa come giustificare che lui fa lo sciopero generale contro questo governo e invece non l’ha fatto quando al governo c’erano ad esempio Letta, Gentiloni o Conte II quando l’occupazione era più bassa, la disoccupazione era più alta, il precariato era più alto, l’occupazione femminile era più bassa…trovandosi oggettivamente con un problema di racconto”. “Le rivendicazioni che aveva una volta il sindacato sui diritti dei lavoratori, temo che le abbiamo realizzate noi, mentre loro facevano gli scioperi generali”.

“Falsità sulla sanità”

“Falsità”, sostiene, le accuse al governo di aver tagliato i fondi della sanità in manovra mosse dall’opposizione. “Numeri alla mano, quando noi siamo arrivati al governo – continua la presidente del Consiglio – sul Fondo sanitario c’erano 126 miliardi, nel 2025 ci saranno 136,5 miliardi, a casa mia sono in due anni 10 miliardi e mezzo di euro in più, quindi come si faccia a sostenere che noi abbiamo tagliato il Fondo sanitario nazionale per me è un mistero e quando lo sento dire anche dalla segretaria del partito democratico della quale ho rispetto un pò mi vergogno per lei”, dice Giorgia Meloni parlando di Schlein.

Migranti, “il modello Albania funzionerà”

Tema spinoso: i migranti. “Il progetto in Albania è fallito? Ma quando mai… L’Albania funzionerà – assicura Meloni – Io non prendo impegni che non ritengo di poter mantenere. Ci sono delle soluzioni. Ci sto lavorando. Il progetto dell’Albania deve funzionare. Farò tutto quello che devo fare per farlo funzionare. Credo che sia assolutamente innovativo e non è un caso che sia attenzionato dalla quasi totalità dei Paesi dell’Unione europea, è un cambio totale nella gestione dei flussi migratori – aggiunge – Ci sono delle soluzioni per farlo funzionare, fermo restando che attendiamo la Cassazione, e abbiamo la Corte di giustizia europea. E vedremo anche quanto sostegno alla posizione italiana ci sarà di fronte alla Corte di giustizia europea quando arriverà questo giudizio. In ogni caso io sto lavorando anche su altre soluzioni e alla fine funzionerà. E guardi, non mi dica che ormai è fallito”.

Dice di aver “messo in conto che avrei dovuto lavorare tre volte tanto dei miei predecessori per raggiungere i risultati. Sono attrezzata, lo sapevo, particolarmente sull’immigrazione, perché sapevo che ci sarebbe stata un’opposizione molto ampia”.

 

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