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Il terzo no al trattenimento dei migranti in Albania scatena governo, maggioranza e opposizioni. Da fonti del governo filtra che “c’è grande stupore” rispetto alla decisione dei giudici della Corte di appello di Roma, “perché a nostro avviso non c’è la necessità di aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea”.
Il primo a parlare in chiaro nell’esecutivo è il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti “sconcertato” per la decisione dei giudici della Corte d’appello di Roma.
Galeazzo Bignami, capogruppo di Fdi alla Camera, rincara: “Si assiste a un atteggiamento di resistenza da parte di un pezzo della magistratura italiana nei confronti delle misure adottate per garantire la sicurezza e contrastare l’immigrazione irregolare”.
E all’attacco frontale dei giudici va anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Continua l’opera di boicottaggio della magistratura italiana alle politiche di sicurezza per contrastare l’immigrazione clandestina”, dice.
La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, replica, rivolta alla premier Giorga Meloni: “Si rassegni” perché “i centri in Albania non funzionano e non funzioneranno, sono un clamoroso fallimento. Aumentano a dismisura le risorse pubbliche sprecate: oltre un miliardo di euro che poteva essere investito per assumere infermieri e medici nei reparti svuotati della sanità pubblica”.
Secondo Riccardo Magi di +Europa la decisione dei giudici segna “la pietra tombale sulle politiche migratorie messe in atto finora da Giorgia Meloni. Non le resta che dichiarare fallito questo sadico esperimento ed evitarci le sue solite vagonate di vittimismo”.
Per il Movimento Cinque Stelle più che di “modello Albania” bisognerebbe parlare di “gioco dell’oca in cui “errare è umano, perseverare è una prerogativa del governo Meloni”, dicono Alfonso Colucci e Alessandra Maiorino.
Leoluca Orlando, europarlamentare di Avs, dice che “il modello bandiera del governo Meloni” è un “totale fallimento” e un “becero spot politico sulla pelle di chi soffre”.
Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, aggiunge: “Un finale già scritto. Ora Giorgia Meloni non utilizzi anche questo episodio per fare la vittima e per accusare la magistratura del nostro Paese. Devono smetterla di fuggire dalle loro responsabilità di fronte al Parlamento e al Paese”.
E ancora, Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde attacca: “La decisione della Corte d’Appello di Roma certifica il fallimento dell’accordo con l’Albania. A questo disastro politico si aggiunge uno spreco inaccettabile di denaro pubblico. Il governo – conclude chiedendo che la premier riferisca in Parlamento – continua a ingannare i cittadini con la sua retorica anti-migranti, ma la realtà è che le sue politiche sono inefficaci, costose e umilianti per l’Italia”.
Davide Faraone di Italia Viva affonda: “Una caporetto”. Il senatore Enrico Borghi ironizza: “Avevano presentato lo sbarco dei 49 migranti come un secondo D-Day. E’ finita come l’ennesima (e costosa) retromarcia in terra albanese. Il modello Albania fa acqua da tutte le parti. Sappiamo già il copione, anche stavolta è colpa di qualche complotto, statene certi”.
Per Carlo Calenda di Azione i cpr in Albania sono semplicemente “una follia che va chiusa subito”.