[ Leggi dalla fonte originale]
ROMA – Ancora un rinvio alla Corte di giustizia europea per chiedere un’interpretazione definitiva del concetto di Paese sicuro di origine dei migranti a cui potere applicare le procedure accelerate di frontiera in vista di un possibile respingimento.
Ancora una volte la Corte di Cassazione ha deciso di non decidere, rinviando gli atti alla sentenza, la prima che riguarda direttamente il ricorso del Viminale per uno dei migranti portati in Albania e liberati dal tribunale di Roma, questa volta ha però delle motivazioni che rendono più ottimista il governo. I Supremi giudici infatti ribadiscono che tocca al decisori politico e non al giudice valutare se un paese è sicuro o meno, tranne singoli casi da motivare.
Sulla definizione di paesi sicuri “il giudice della convalida, garante, nell’esame del singolo caso, dell’effettività del diritto fondamentale alla libertà personale, non si sostituisce nella valutazione che spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto”.
E’ quanto scrivono i giudici della prima sezione Civile della Cassazione in una “ordinanza interlocutoria” in merito ai ricorsi presentati dal governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso.