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Le Corti d’Appello non vogliono le competenze sui trattenimenti dei migranti, che il governo ha spostato dalle sezioni immigrazione dei tribunali in seguito al caso del centro in Albania.
Albania, la mossa di FdI per esautorare i tribunali. “Decida la Corte d’appello”
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“I trattenimenti fermeranno le altre cause”, sostiene la Corte d’Appello di Milano. Mentre i penalisti è l’efficienza delle stesse Corti d’Appello a “essere a rischio”.
Qualora dovessero essere investite del compito di convalidare i trattenimenti dei migranti, “le Corti d’Appello, che sono l’anello debole per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, vengono comunque oberate di lavoro senza in cambio un potenziamento di risorse e organici. Ciò comporterà un aumento dei tempi di decisione di altre cause civili, tra le 400 e le 500 solo a Milano, che passando in secondo piano, non potranno essere trattate con gli standard, 200 giorni in media, raggiunti”. Così Il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, sugli effetti dell’emendamento nel decreto flussi e passato in Commissione.
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“L’approvazione da parte della commissione Affari costituzionali della Camera dell’emendamento al ‘decreto flussi’ che affida alle Corti di Appello in composizione monocratica la competenza in materia di migranti, lascia sul tappeto la questione non irrilevante della organizzazione di uffici che vengono gravati da una mole di procedimenti tale da condizionarne l’efficienza complessiva”. E’ quanto afferma il presidente delle Camere Penali, Francesco Petrelli.