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Milei ad Atreju: “La destra unita come falange”. E in tv contro l’aborto evoca i voli della morte

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Javier Milei “sta portando una vera e propria rivoluzione culturale in una nazione che è sorella dell’Italia, e che come noi condivide l’idea che la politica fatta solo di sussidi porta i Paesi verso il baratro”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni sale sul palco di Atreju per presentare personalmente l’ospite d’onore dell’edizione 2024, il presidente della Repubblica Argentina, accolto da un’ovazione della platea. “Come noi, Milei sa che il lavoro è l’unico antidoto vero per la povertà”, aggiunge la premier, chiedendo alla platea “un grande applauso” per il politico ricevuto ieri a Palazzo Chigi. “Argentini e italiani sono uniti profondamente da molte generazioni”, dice Milei all’inizio del suo intervento. “Per questo qui più che fra amici sento che sono in famiglia”.

La destra unita

Secondo il presidente argentino, “la destra deve lottare unita come una falange di opliti o come una legione romana, dove nessuno rompe la formazione”. Milei declama davanti alla platea di Atreju il proprio manifesto politico ultra-liberista: “Nel nostro governo aderiamo a una serie di principi non negoziabili, che è che il mercato libero produce prosperità per tutti, che il governo deve essere limitato, che gli argentini sanno meglio di un burocrate come produrre, chi impiegare e con chi commerciare. E in materia di sicurezza sosteniamo che chi le fa le paga. Riassumendo, difendiamo la vita, la libertà e la proprietà privata”.

Poi la citazione inaspettata per rimarcare “la necessità di dare vita a un internazionalismo della destra”: “Come diceva Lenin, che era un ‘zurdo’ ma va ascoltato, senza teoria rivoluzionaria non può esserci un movimento rivoluzionario”. Zurdo è un termine dispregiativo del castigliano argentino utilizzato dai militanti di destra per definire quelli di sinistra.

Applausi e ovazioni

Il presidente argentino, alla fine del suo discorso, ha urlato più volte l’ormai famoso slogan Viva la libertà, carajo!”. La platea – composta perlopiù da sostenitori meloniani e molti parlamentari di FdI – ha risposto applaudendo al grido di “Libertà! Libertà!”, per poi alzarsi in piedi al termine dell’intervento, fra gli applausi entusiasti.

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di

14 Dicembre 2024

L’intervista televisiva

“Le tasse sono un furto, si pagano con la pistola puntata alla testa. Sono immondizia”. E poi ancora: “L’aborto? Un assassinio”. Il Milei-pensiero in purezza. Prima ancora di salire sul palco di Atreju, il presidente argentino si scatena in un’intervista a Quarta Repubblica, di cui sono state rese note alcune anticipazioni. “Quello che abbiamo fatto – spiega Javie Milei ai microfoni di Rete4 – è molto interessante: noi abbiamo tagliato le spese su cui la politica ruba e le opere pubbliche, comprensive di tutti i bonifici fatti alla provincia. Per ciò che concerne la spesa sociale, fondamentalmente, abbiamo eliminato gli intermediari, che si tenevano la metà del denaro che ricevevano”.

Milei si dice “contro ogni tipo di aborto” considerato “un assassinio aggravato dal rapporto” fra madre e figlio. Si spinge a un paragone: “Gliela dico in questi termini. Le piacerebbe conoscere Buenos Aires? Quando torno, la invito sul mio aereo. Che cosa succede mentre noi parliamo sul mio aereo? Io cambio idea e non voglio più lei venga sul mio aereo. L’aereo è mio e di conseguenza io apro il portellone e le dico: ‘Si butti di sotto’. Come lo chiama tutto ciò? È un assassinio”.

“Non c’è dubbio, io, Trump e Meloni stiamo cambiando la visione del mondo”, rivendica il presidente argentino intervistato da Nicola Porro. Che dispensa parole di miele anche per il patron di Tesla: “Ho un rapporto eccellente con Elon Musk, mi pare che sia un salvatore. Potrei paragonarlo a Michelangelo, a Leonardo, mi sembra un essere ammirevole. Ti abbaglia questa persona. Non capisco perché preoccuparsi per un benefattore sociale”.

Il politico ultra-liberista attacca “il socialismo” definito “un fenomeno che impoverisce, alimentato dall’invidia, dall’odio, dal risentimento”. Il nemico da combattere: “È terminata questa peste socialista woke: peggio di una peste, un cancro”.

 

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