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Si parlava di over 60, ma la fascia di età potrebbe scendere ulteriormente. Dalla cabina di regia a cui hanno partecipato Mario Draghi e i ministri e i delegati dei partiti di maggioranza, sarebbe emersa la volontà di imporre l’obbligo vaccinale a tutti gli over 50. E per poter lavorare gli over 50 dovrebbero avere il Super Green pass a partire dal 15 febbraio. L’obiettivo, riporta la bozza del provvedimento, è “tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza”. Per questo, prosegue il documento, “l’obbligo vaccinale” anti Covid si applica a tutti i residenti in Italia, anche cittadini europei e stranieri, che “abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età”. L’obbligo vale “fino al 15 giugno”, ma la data sarebbe in discussione. Sono esentati i casi di “accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore”.
Cambiano anche le conseguenze per i lavoratori in caso di mancato vaccino: nelle imprese “dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata” il datore di lavoro “può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni lavorativi”, rinnovabili fino al 31 marzo 2022, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore sospeso”. Le novità, dopo essere state al centro dell’incontro a Palazzo Chigi tra governo e Regioni, sono ora all’esame del Consiglio dei ministri. Se le indiscrezioni della bozza del decreto fossero confermate, rappresenterebbero il punto di mediazione tra le varie ipotesi avanzate dalle forze politiche. Sebbene infatti tutti i partiti di maggioranza siano convinti della necessità di nuove misure efficaci per arginare i contagi della variante Omicron, fino a questa mattina c’era ancora dibattito su quali adottare e per quali fasce d’età.
Le posizioni nella maggioranza
Dal Pd era emersa la volontà di insistere sull’obbligo vaccinale “come via maestra per affrontare il tema della crescita di contagi in corso, l’unico modo per fare chiarezza ed evitare di infilarsi in distinzioni di età o di funzioni che finiscono per essere portatrici più di equivoci che di soluzioni”. Un’ipotesi caldeggiata da Italia viva, Forza Italia e Leu, ma osteggiata dal Movimento 5 Stelle. E anche nella Lega la perplessità sulla bozza del decreto è evidente. Prima della cabina di regia il ministro leghista del Turismo, Massimo Garavaglia, aveva detto che la Lega è favorevole all’obbligo di immunizzazione, ma “solo per gli over 60, per tutelare le fasce più fragili della popolazione”. Posizione ribadita da fonti del Carroccio al termine dell’incontro con Draghi e dal partito di Salvini la contrarietà all’ipotesi dell’obbligo vaccinale per gli over 50 è ora evidente. “La Lega – dicono dal Carroccio – è contraria all’obbligo vaccinale indiscriminato e propone di utilizzare criteri scientifici e non ideologici: la maggioranza assoluta dei ricoveri in terapia intensiva riguarda persone al di sopra dei 65 anni”. In serata, una nota congiunta dei ministri del Carroccio, precisa la loro posizione: “Siamo responsabilmente al governo ma non acquiescenti a misure come gli obblighi che incidono profondamente sulla libertà al lavoro che è tutelata dalla Costituzione o a misure senza fondamento scientifico visto che la maggioranza assoluta dei ricoverati Covid ha ben più di 60 anni. Inoltre, manca l’assunzione esplicita di responsabilità dello Stato quando si introduce un obbligo vaccinale”. Con un aut aut: “Bisogna consentire l’accesso ai servizi alla persona, agli uffici pubblici, le banche e i negozi con il Green pass semplice, quindi anche con tampone”. In caso di conferma della bozza del decreto, che prevede l’obbligo di Super Green pass per queste attività – avrebbe detto il ministro, presente con Erika Stefani in Cdm – la Lega potrebbe non votare il testo.
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di Michele Bocci 04 Gennaio 2022
Il Super Green pass
Nel nuovo decreto per l’accesso ai servizi alla persona, ai negozi, alle banche e gli uffici pubblici basterà il Green pass base, quello che si ottiene anche con il tampone, oltre che per vaccino o guarigione. È il compromesso che, a quanto si apprende, sarebbe stato raggiunto in Consiglio dei ministri dopo l’opposizione della Lega all’introduzione del Super Green pass, riservato solo a vaccinati o guariti. La bozza del decreto prevedeva l’accesso a questi servizi con il Super pass ma ci sarebbe l’accordo per modificarla e consentire l’accesso anche con i tamponi. Altri dossier in discussione sono quelli delle regole per la Dad a scuola e la circolare per lo smart working nella pubblica amministrazione.
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La scuola
Novità anche sulle scuole. Alle elementari con un solo contagio la classe resta in presenza con testing di verifica, ma con due va tutta in Dad. Alle superiori e alle medie la Dad scatterebbe solo al quarto caso in classe, mentre con tre casi solo i vaccinati resterebbero in presenza e comunque monitorati (Dad per i non vaccinati). Anche alle superiori, con fino a due casi è prevista autosorveglianza per tutti e utilizzo Ffp2. Questa la proposta del Governo sulle misure per le quarantene, in vista del ritorno in classe a gennaio.
L’opposizione
Ma dall’opposizione Fratelli d’Italia attacca l’esecutivo. “Il governo ha sbagliato tutto nel contrasto all’epidemia”, sostiene Giorgia Meloni. “Concentrare tutte le energie solo sui vaccini – prosegue – è la scelta più facile, ma non la più efficace. E ora ne vediamo i disastrosi risultati: impennata di contagi e di morti”.