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Ancora una volta, ha chiamato i carabinieri per allontanare i giornalisti assiepati sotto casa sua nel cuneese. E allora le uniche parole pubbliche di Annalucia Cecere, l’ex insegnante appena mandata a processo con l’accusa di aver ucciso Nada Cella 28 anni fa a Chiavari, sono quelle rivolte a una delle sue legali, Gabriella Martini, che difende Cecere insieme a Giovanni Roffo.
Ieri sono riuscite a sentirsi soltanto via messaggio, oggi le due donne si sono incontrate: “Io sono innocente, e lo dimostrerò a tutti nel processo”, dice Cecere.
Del resto, ricorda sempre l’imputata, “già una giudice lo aveva detto, che sono innocente. E quella sentenza l’abbiamo letta tutti”. Il riferimento è alla pronuncia della giudice per le indagini preliminari, Angela Nutini, che lo scorso primo marzo aveva prosciolto l’ex insegnante: “Sospetti, non indizi”.
E infatti Cecere alla vigilia dell’udienza in Corte di Appello era convinta “che quella sentenza sarebbe stata confermata. Ma io sono pronta ad affrontare il processo, con coraggio e convinzione”.