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Il Pd per costituzione è un partito riformista. Non è, pertanto, immaginabile un Pd massimalista: si tratterebbe di un altro partito. E non c’è neppure nessuna volontà di moderatismo, poiché riformismo significa anzitutto cambiamento, anche radicale.
È assolutamente vero, come dicono Chiti e gli altri, che dalle primarie è arrivata forte e chiara una richiesta di discontinuità. Occorre, però, sapere guardare al recente passato del nostro partito e riconoscere che gli ultimi 4 anni hanno prodotto un forte annacquamento dell’identità del nostro partito in favore di uno schiacciamento verso il M5S, impossibile dimenticare i tempi in cui Conte era immaginato come punto di riferimento dei progressisti.