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Ha un nome e un cognome ora, la neonata con poche ore di vita abbandonata due settimane fa fuori dal Pronto soccorso del San Gerardo di Monza. “E molto presto avrà una famiglia” dice la presidente del tribunale per i Minorenni di Milano, Maria Carla Gatto.
Presidente, “molto presto” quando?
“Dopo i dieci giorni in cui i genitori avrebbero potuto riconoscerla, l’ufficiale di stato civile ha formato l’atto di nascita e le ha dato un nome e un cognome e si è avviata così la procedura per la scelta della coppia tra quelle che hanno dato la propria disponibilità al tribunale per i Minorenni. Nell’arco di 15 giorni la piccola riceverà affetto e cura dalla sua famiglia”.
Neonata abbandonata nel parcheggio dell’ospedale, cosa succede adesso? La ricerca della madre e la casa famiglia
di Ilaria Carra
Che idea si è fatta del gesto di questa mamma?“Penso che lasciare la propria figlia davanti a un Pronto soccorso ginecologico, lavata, medicata e avvolta in un lenzuolino, attesti l’attenzione della madre per la cura della bambina e il desiderio di assicurarle una famiglia che la accolga”.
Avete ricevuto tante richieste per poterla adottare?“Come spesso accade in queste occasioni in cui la notizia di un minore abbandonato riceve una forte attenzione mediatica il tribunale è tempestato di telefonate, e così è avvenuto per il servizio sociale ospedaliero e per quello del Comune”.
Di quante coppie parliamo?“Siamo stati destinatari di un numero incredibile di richieste, solo noi almeno una cinquantina, sull’onda di un’emotività frutto della comunicazione mediatica. E la società risponde con grande generosità. Ma occorre riflettere sull’importanza della disponibilità all’esito di un percorso adottivo che impone consapevolezza e formazione”.
Cosa intende?“La disponibilità non può essere improvvisata, se il desiderio adottivo effettivamente c’è ed è stabile e frutto di una interiorizzazione va tradotto nella formalizzazione di una domanda al tribunale per i Minorenni secondo un iter teso alla tutela del bambino”.
In cosa consiste?“È una procedura prevista dalla legge che si avvia con una domanda presentata da una coppia sposata e convivente da almeno tre anni”.
Quanti bambini sono dichiarati adottabili in un anno?“Le adottabilità pronunciate nel 2010 riguardavano 54 minori riconosciuti da almeno un genitore e 36 neonati abbandonati alla nascita. Nel 2021 è rimasto mediamente invariato il numero delle dichiarazioni di adottabilità, con una riduzione dei minori non riconosciuti da nessun genitore, che sono stati 28. In media negli ultimi dieci anni sono circa 80 i minori nel loro complesso dichiarati adottabili, un dato stabile nel distretto di Milano, che conta 966 comuni e 8 province, cioè buona parte della Lombardia”.
Come interpreta il fatto che il numero resti più o meno fisso?“Con un po’ di preoccupazione: con una natalità generale che cala è grave che il numero di minori adottabili resti invariato”.
Quante sono invece le coppie che vogliono adottare?“Nel 2010 erano 1.123 le coppie che hanno formalizzato la domanda contro le 498 del 2021, di cui la metà ha almeno un coniuge di età superiore ai 45 anni. Il numero si è più che dimezzato ma i bambini da adottare sono rimasti invariati. È importante trasmettere questo messaggio: adottare un bambino a Milano non è quell’impresa impossibile che viene rappresentata. Una coppia giovane, con le caratteristiche richieste, a Milano ha buone possibilità di realizzare il suo sogno adottivo”.
Come spiega invece il calo dei potenziali genitori che si fanno avanti?“Le ragioni del calo sono analoghe a quelle che si registrano per la genitorialità biologica, sulla quale influiscono la mancanza di adeguate scelte politico-sociali di supporti alla neogenitorialità e l’incertezza che pesa sul proprio futuro e su una visione positiva della vita. Certamente il ricorso massiccio alla fecondazione assistita ha contribuito a ridurre la scelta adottiva”.