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Diciannove poliziotti in ospedale, tensione e danni nel centro città affollato per le Atp Finals, il fantoccio con la foto del ministro Valditara dato alle fiamme in piazza e un’inevitabile coda di polemiche: è il bilancio del corteo degli studenti medi di Torino per il “No Meloni Day” organizzato in 35 città italiane per protestare contro il governo. Circa quattrocento i giovani alla manifestazione, che si è messa in marcia con cori e fumogeni da piazza XVIII Dicembre, accanto alla stazione di Porta Susa, e che si è diretta, come prima tappa, verso l’Ufficio scolastico regionale di corso Vittorio Emanuele II.
Servizio di Tino Romano/Ansa/Gedi
Diciannove poliziotti dei reparti mobili di Torino hanno fatto ricorso alle cure del pronto soccorso perché, a quanto si apprende, intossicati dallo scoppio di una bomba carta artigianale che ha sprigionato esalazioni urticanti provocate, a quanto risulta dai primi accertamenti, da cloro. Gli agenti sono ora in cura, come informa il sindacato di polizia Coisp che stigmatizza i fatti, all’ospedale Oftalmico. L’ordigno è stato lanciato in mezzo alle forze dell’ordine in piazza Castello, dove sono avvenute le maggiori tensioni.
Proprio sotto i portici davanti all’ingresso della Prefettura sono avvenuti tafferugli tra i poliziotti e i manifestanti che cercavano di forzare il blocco. Il corteo si è poi spostato prima davanti al rettorato e poi davanti alla sede Rai dove gli studenti hanno colpito con aste di bandiere i mezzi della polizia.
Spostatisi davanti al vicino Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, i manifestanti hanno fatto irruzione sia nel McDonald sia nel Burger King accanto all’università, occupandoli al grido di “boycott Israel” e facendo danni. I manifestanti sono poi entrati nella Mole Antonelliana, provocando il fuggi fuggi dei visitatori che si trovavano in quel momento all’interno del Museo del Cinema, e, saliti fino alla prima balconata, hanno tolto dal pennone la bandiera italiana, imbrattandola con vernice spray, e l’hanno sostituita con quella palestinese.
Sempre in centro, ma in via Roma, i botti dei petardi lanciati dai dimostranti hanno messo in allarme gli altri agenti che sorvegliavano l’ingresso dell’hotel Principi di Piemonte durante l’uscita del tennista greco Stefanos Tsitsipas, riserva delle Atp Finals.
Alcuni giovani hanno fatto il gesto delle tre dita a simboleggiare la pistola P38 tristemente famosa durante gli anni di piombo, come avveniva nei cortei degli anni Settanta e all’inizio degli Ottanta negli spezzoni dell’Autonomia Operaia. Al corteo di questa mattina partecipano diversi collettivi studenteschi, alcuni vicini al centro sociale Askatasuna, considerato a oggi ultima roccaforte dell’autonomia in Italia.
Ai temi principali della mobilitazione – le politiche scolastiche del governo di centrodestra – si è aggiunto quello della Palestina: i manifestanti, molti dei quali appartenenti al collettivo Osa e a Cambiare Rotta, hanno inalberato cartelli con i volti di esponenti politici italiani macchiati dall’impronta insanguinata di una mano e la scritta “Complici del genocidio”.
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In gran parte i cartelli insanguinati raffigurano componenti del governo di centrodestra come Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Guido Crosetto, Matteo Piantedosi ma c’è anche la segretaria del Pd Elly Schlein. Gli studenti hanno anche dato fuoco a un rudimentale fantoccio che raffigurava il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. In fiamme anche manifestini con la scritta “Riforma scuola azienda” e il simbolo di Confindustria.
Alcuni dimostranti sono saliti sul basamento della statua di Vittorio Emanuele II, nella piazza tra l’omonimo corso e corso Galileo Ferraris, tracciando la scritta “Free Palestine” e accendendo fumogeni. Davanti all’ufficio scolastico regionale sono state tirate uova contro le forze dell’ordine schierate.
Ci sono stati lanci di uova anche contro il cordone di poliziotti davanti alla sede di Intesa Sanpaolo e alle Gallerie d’Italia, in piazza San Carlo, e contro alcune vetrine dei negozi di via Roma. Davanti alle Gallerie d’Italia sono stati scaricati anche diversi libri: “Leggeteli”, ha urlato un giovane.In precedenza erano stati imbrattati bus e alcuni monumenti, tra questi quello dedicato a Vittorio Emanuele II, con scritte come “Free Palestine”.
(ansa)
Molte le bandiere della Palestina assieme a un cartello “Ddl 1660 = Regime” che si riferisce al nuovo Decreto sicurezza approvato dal governo. Ad aprire il corteo, invece, uno striscione che recitava “Le scuole sanno da che parte stare – Contro governo e genocidio” e un altro con la scritta “Ogni giorno è No Meloni Day”.
Poco dopo le 13 i manifestanti sono tornati davanti a Palazzo Nuovo dove si sono riuniti in assemblea. Il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana, chiuso durante l’irruzione degli studenti, è stato riaperto al pubblico. Ma proprio l’irruzione alla Mole è oggetto di una netta condanna da parte di Enzo Ghigo e Carlo Chatrian, rispettivamente presidente e direttore del Museo nazionale del Cinema: “La Mole Antonelliana è stata oggi presa di mira in occasione del corteo pro Palestina che ha attraversato le vie del centro di Torino”.
La bandiera italiana, prosegue la nota, “è stata strappata, alcuni muri imbrattati e il personale addetto al museo è stato oggetto di violenza. Fermo restando il diritto di testimoniare la vicinanza al dolore di chi ha sofferto e soffre, condanniamo con fermezza azioni come queste. Il cinema è un linguaggio universale che parla a tutti in maniera indistinta, che educa all’ascolto e alla condivisione. Il Museo Nazionale del Cinema è sempre stato aperto a tutti, senza alcuna distinzione. E vogliamo che resti tale, nel rispetto delle regole che consentono la convivenza civile e il libero confronto tra posizioni diverse”
Immediate le reazioni da parte del centrodestra a partire dalla premier Giorgia Meloni chiamata in causa a partire dal nome della manifestazione: “Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze ad opera dei soliti facinorosi – scrive Meloni sui social – Diversi agenti delle forze dell’ordine sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti, con l’augurio di una pronta guarigione. Spero che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni”.
“Solidarietà agli agenti” viene espressa da Elly Schlein, segretaria del Pd: “A nome di tutto il Pd esprimo solidarietà e vicinanza agli agenti delle forze dell’ordine feriti dai fumi urticanti di un ordigno artigianale a Torino. Il diritto alla protesta, a manifestare e a scioperare non può e non deve mai essere confuso con l’aggressione violenta nei confronti di nessuno. La violenza è intollerabile, così come la strumentalizzazione politica della violenza che non dovrebbe fare nessuno, in particolar modo chi ha responsabilità di governo”.
“Le scene viste oggi nel pieno centro della nostra città sono intollerabili: la violenza è da condannare, sempre, e non ha nulla a che vedere con la volontà di manifestare pacificamente le proprie idee. Piena solidarietà e vicinanza vanno agli agenti feriti”, è il commento del sindaco Stefano Lo Russo.
Violenza da condannare ma attenzione alle strumentalizzazioni: lo dice anche il sindacato di polizia Silp-Cgil di Torino e Piemonte che “esprime la propria ferma condanna per l’uso della violenza: l’episodio, avvenuto davanti alla Prefettura in piazza Castello, è il risultato di una crescente tensione non contrastata da una politica che spesso è caratterizzata da contrapposizione e conflittualità. Il Silp Cgil richiama con forza la necessità di un dialogo costruttivo e di una condotta responsabile da parte di tutte le forze politiche, affinché si scongiurino strumentalizzazioni e si possa prevenire il verificarsi di simili atti di violenza”.
Un altro sindacato di polizia, il Coisp, parla di “fatto gravissimo che non può essere minimizzato, men che meno da alcuni rappresentanti delle istituzioni. Auspichiamo che i responsabili di queste azioni vengano individuati rapidamente e che la condanna di questo attacco sia unanime, senza ambiguità. Perché la libertà non può mai essere il pretesto per scatenare il caos”.
“Zecche rosse” è invece il termine che usa Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, per definire i manifestanti: “Violenza, rabbia, odio e soprattutto 15 poliziotti feriti – scrive Salvini sui social – a Torino è andata in scena l’ennesima brutta manifestazione dell’estrema sinistra. Inutile dire che il governo non si farà intimidire, ma è desolante pensare che qualche parlamentare od opinionista radical chic si scandalizzerà perché definisco i facinorosi comunisti ‘zecche rosse’ anziché preoccuparsi dell’aggressione sistematica alle donne e agli uomini divisa, ai quali va la mia totale solidarietà”.
Condanna le violenze anche l’altro principale bersaglio della protesta degli studenti, Giuseppe Valditara, bruciato in effigie a Torino e capovolto a testa in giù a Roma: “Valditara a testa in giù, urlavano sotto il ministero – scrive il ministro su X – E sarebbero questi gli interlocutori democratici? La scuola italiana non ha bisogno di replicanti degli estremisti degli anni ’70”.
Indignato anche Andrea Crippa, vicesegretario nazionale della Lega: “Un fantoccio con l’immagine del ministro Valditara è stato dato alle fiamme. È l’ennesimo flop, come già accaduto per lo sciopero, che viene ‘compensato’ da comportamenti che richiamano alla violenza e all’odio. Mi domando se questa sia libertà di espressione. Siamo di fronte non a semplici, quanto legittime proteste civili, ma veri e propri gesti intimidatori e violenti, che nulla hanno a che vedere con il dialogo democratico”.
“La mia solidarietà al ministro Valditara, vittima di un vergognoso atto di inciviltà durante un corteo studentesco a Torino – dice Andrea Delmastro, deputato di FdI e sottosegretario alla Giustizia – Bruciare un fantoccio con la sua immagine è un gesto intimidatorio. Il mondo della scuola deve essere un luogo di confronto civile, non il teatro di simili aggressioni alimentate dalla farsa buonista di certi sinistri facinorosi”.
“Quanto sta succedendo in queste ore a Torino è sconcertante – aggiungono la deputata Elena Maccanti, segretario provinciale della Lega a Torino, e il questore del Carroccio Alessandro Benvenuto – Durante una manifestazione studentesca un fantoccio con la foto del ministro Valditara è stato incendiato. Ma gli studenti non si sono fermati qui: hanno anche scritto ‘Free Palestine’ su una statua e lanciato uova contro la polizia. Un’ondata d’odio pericolosa e allarmante che non può che essere condannata”.
Per il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, “dopo ‘tele-Hamas’ in onda sulla Rai arriva ‘scuola-Hamas’ con giovani di sinistra che a Torino bruciano un fantoccio con la foto del ministro Valditara. Sono i figli dei capi della sinistra che seminano bugie e odio, che ogni giorno producono minacce, ieri a Tajani, oggi a Valditara, giorni fa a Meloni e Bernini. La sinistra dell’odio danneggia l’Italia e alimenta lo scontro sociale”.
Critiche anche dalla vicepresidente della Regione Piemonte e assessora all’Istruzione, Elena Chiorino: “A questi sedicenti ‘studenti’ consiglio vivamente di aprire un libro e studiare. Tutta la politica condanni con fermezza quanto accaduto: le istituzioni scolastiche devono essere luoghi di crescita, non palcoscenici per esibizioni di odio e violenza. I violenti vanno isolati”.
Prende infine posizione anche Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’associazione nazionale presidi: “La democrazia si nutre anche del diritto, garantito a tutti, di manifestare liberamente convincimento o dissenso. Non è però accettabile che tale diritto trascenda nella violenza e nella mancanza di rispetto verso chi, a torto o ragione, è portatore di idee diverse da quelle dei manifestanti”.