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ROMA – Hanno rischiato di saltare, le nomine nei Tg Rai. Sin dalle prime ore del mattino si erano rincorse voci di un possibile rinvio del Cda in programma domani per dare via libera al valzer dei direttori. In extremis però la partita si è sbloccata e alla scadenza delle 11,30 i curricula dei prescelti sono stati inviati ai consiglieri di amministrazione. Confermando le indiscrezioni degli ultimi giorni, con una sorpresa.
L’ex presidente Rai Monica Maggioni andrà a dirigere il Tg1, per la prima volta una donna. Gennaro Sangiuliano resta al Tg2, così come Alessandro Casarin alla testata regionale. Simona Sala lascia il Giornale Radio, alla cui guida viene dirottato Andrea Vianello, per sedere sulla tolda del Tg3 al posto di Mario Orfeo, che prenderà la direzione del genere Approfondimenti giornalistici. Rainews va a Paolo Petrecca, in quota FdI. Antonio Preziosi rimane a RaiParlamento. Allo Sport verrà promossa Alessandra De Stefano. Restano al momento senza incarico l’ex direttore del Tg1 Giuseppe Carboni e il capo di RaiSport Auro Bulbarelli.
Tg Rai, le nomine appese alle tensioni nel M5S. E c’è la grana Mondiali
di
Giovanna Vitale
16 Novembre 2021
Per giorni la politica si è accapigliata intorno alle poltrone più prestigiose dell’informazione pubblica. Aprendo svariate crepe, fra i partiti, ma anche dentro l’azienda. Tesissimi i rapporti tra l’amministratore delegato Carlo Fuortes e i consiglieri d’amministrazione, che avevano chiesto un incontro al numero uno di Viale Mazzini per avere lumi sui criteri in base al quale avrebbe proposto i nomi per le direzioni delle testate giornalistiche. Fuortes inizialmente non ha risposto e poi, nel tardo pomeriggio di ieri, li ha convocati per le 9 di stamattina. Un incontro giudicato però “fuori tempo massimo”, dal momento che i curricula dei nominandi avrebbero dovuto essere depositati un paio d’ore dopo. E così i componenti del board Rai hanno declinato l’invito.
A far pendere la bilancia su nomine esclusivamente interne è stata anche la dura presa di posizione del sindacato. “Le ricostruzioni di queste ore sulle nomine Rai descrivono un quadro agghiacciante”, ha tuonato di buon mattino l’esecutivo Usigrai. “Ormai, in maniera neanche troppo velata, le nomine verrebbero decise direttamente a Palazzo Chigi. L’era dei tecnici non può giustificare strappi che rappresentano precedenti gravissimi e preoccupanti: prima il Cda a totale controllo governativo e ora addirittura le nomine decise a Palazzo Chigi. Se fossero vere queste voci si starebbe trasformando la Rai da radiotv di Servizio Pubblico a radiotv di Stato”.