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“Non si è mai parlato di scudo penale“, ma di “maggiori tutele che riguardano tutti i cittadini”, precisa il ministro della Giustizia Carlo Nordio parlando del piano su cui il ministero della Giustizia e l’ufficio affari giuridici della Presidenza del Consiglio sono al lavoro. Una legge per garantire la massima tutela ad agenti coinvolti in possibili reati durante il servizio. E che eviti loro, di fronte a evidenti prove a discolpa, di finire iscritti nel registro degli indagati.
“Ci sono problemi tecnici del processo penale che si sono rivelati pieni di criticità e stiamo studiando la possibilità di intervenire a vari livelli. Di scudo penale inteso come impunità per forze di polizia, o medici…non si è mai parlato”. Ci sarà un decreto ad hoc? “La forma la troveremo, ma non nel ddl sicurezza e non ora. Toccare il codice di procedura penale significa essere molto prudenti”.
Giustizia, Anm: “La separazione delle carriere è uno strappo alla Costituzione”
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Nordio passa poi alla separazione delle carriere: “Non mi si può accusare di aver cambiato idea”, “da 27 anni patrocino la riforma”, ripete nell’aula della Camera dove è in discussione la riforma della giustizia. “Quando dissi che non era vero” che la riforma avesse “una sorta di intento punitivo nei confronti della magistratura” dissero che era “una excusatio non petita. E invece no” perché “dal primo giorno della riforma si dice che si vogliono punire i magistrati”, come se “si potesse pensare che un pm con 40 anni di esperienza volesse punire la toga che ha indossato con decenza per diversi anni – aggiunge – Non posso accettare un processo alle intenzione o una censura” in questa riforma non c’è “nessuna lesione di maestà o blasfemia”.
Nordio, dopo aver chiarito nuovamente che non vi è alcun intento punitivo nei confronti della magistratura, parla del tema del sorteggio: “È elemento fondante del nostro sistema giudiziario”. “I magistrati verranno sorteggiati nell’ambito di un canestro di magistrati tutti bravi, preparati e degni, ultra-preparati per definizione”.
Le opposizioni, nel corso dell’esame del disegno di legge costituzionale ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare’, contenente la separazione delle carriere dei magistrati, avevano lamentato l’assenza del ministro della Giustizia. “Quasi rimpiango il ministro Calderoli – ha esordito Francesco Saverio Borrelli di Avs – lui almeno era sempre in Aula durante l’esame dell’Autonomia. “Già ci sono i tempi contingentati e la riforma è blindata – gli ha fatto eco dal Pd Debora Serracchiani – Credo che in questi momenti dai banchi del governo ci si stia affrettando a chiamare il ministro e credo tra breve magari arriverà”, ha aggiunto. “Effettivamente il ministro arriverà a breve”, ha replicato il presidente di turno di Montecitorio Giorgio Mulè. “L’assenza del ministro la dice lunga sul rispetto che questo governo ha del Parlamento”, ha concluso la pentastellata Vittoria Baldino.
Intanto, l’aula del Senato ha approvato il decreto legge recante misure urgenti in materia di giustizia, con 93 voti favorevoli, nessun contrario e 62 astensioni. E il provvedimento passa ora all’esame della Camera.