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Nordio sulle intercettazioni: “Sono indispensabili nella lotta alla mafia ma impedirne l’abuso per i reati minori”

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“Le intercettazioni sono assolutamente indispensabili nella lotta contro la mafia e il terrorismo. Sono fondamentali per la ricerca della prova e per comprendere i movimenti di persone pericolose. Però bisogna cambiare radicalmente l’abuso che se ne fa per i reati minori con conseguente diffusione sulla stampa di segreti individuali e intimi che non hanno niente a che fare con le indagini”. Dopo l’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in diretta su Radio 24, parla di intercettazioni, al centro della riforma della giustizia in cui verrebbero mantenute quasi esclusivamente per reati di mafia e terrorismo. Un’opzione che ha già provocato tensioni e polemiche con i magistrati.

E ancora. Per il ministro, le intercettazioni “sono elementi fondamentali per la ricerca della prova e sono ancora più fondamentali per comprendere i movimenti delle persone. Ma è chiaro che i mafiosi – ha proseguito Nordio – non parlano per telefono dei loro programmi criminosi, le intercettazioni servono ovviamente per capire con chi parlano, come si muovono e quali siano le loro problematiche. Ad esempio in questo caso si è capito che parlando di una malattia molto grave si poteva risalire ad un luogo di cura e così pare sia stato fatto”.

Il caso si è aperto ieri dopo le parole del procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, in conferenza stampa sulla cattura di Matteo Messina Denaro. “Senza intercettazioni non si possono fare le indagini di mafia. Sono uno strumento indispensabile e irrinunciabile nel contrasto alla criminalità organizzata e alla mafia”, ha detto il capo dei pm. Poco dopo è arrivato anche il commento di Giorgia Meloni: “Le intercettazioni – per come sono utilizzate per i procedimenti di mafia – sono fondamentali. Uno strumento di indagine di cui non si può fare a meno. Per questo genere di reati nessuno le ha mai messe in discussione”.

Sulla cattura del super boss latitante da 30 anni, il Guardasigilli ha detto: “È illusorio pensare che la mafia possa essere vinta perchè si arresta qualche boss, anche il più pericoloso. È un fenomeno che va combattuto con un arsenale di armi e con una rivoluzione copernicana culturale”. Nella lotta alla mafia “si devono coniugare tecnologie, e di questo fanno parte sicuramente le intercettazioni, e il metodo Falcone: una continua ininterrotta analisi di dati finanziari, movimenti di denari, pedinamento e controllo che non può mai essere interrotto”, ha continuato parlando a Radio 24.

Per ministro del governo Meloni, poi, l’arresto di Messina Denaro è “un grande successo dell’esecutivo di centrodestra”. Su alcuni giornali, ha commentato ancora, si leggono “sibili di rancore” da parte di chi “non si rassegna al fatto che questa grandissima operazione sia stata operata da un governo di centrodestra. Dopo aver lamentato una inerzia di questo governo nei confronti della lotta alla mafia arriva un successo straordinario”.

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