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Oltre mille firme per l’appello delle donne del Pd: “Anticipiamo il congresso”

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Il Partito democratico è un progetto politico visionario, che dal primo istante ci ha entusiasmato e per il quale, molte di noi, hanno deciso di impegnarsi attivamente. Il Pd è la nostra casa, che negli anni abbiamo costruito con cura e passione, gioendo dei successi e rimettendo insieme con pazienza i cocci degli insuccessi. Non ci rassegniamo alla paura di perderla questa casa, e non accettiamo di vederla ridotta in macerie. Con noi sono certamente le mille cittadine e cittadini, iscritte/i, amministratori e amministratrici che hanno firmato in pochissimi giorni la petizione che abbiamo promosso. Persone che vogliono tornare a credere ed entusiasmarsi, che chiedono coraggio e generosità.

Riteniamo che il Partito Democratico abbia necessità di una rigenerazione autentica dalle fondamenta, nell’ingegneria della struttura portante e nell’architettura della sua forma. Una tale rigenerazione non può essere esaurita dall’urgente passaggio congressuale, che pure abbiamo sollecitato.

Pensiamo infatti necessario agire in due fasi da mettere a terra con basi solide contemporaneamente e con la massima urgenza: quella del tempo immediato, per ridare slancio ed entusiasmo anche attraverso l’individuazione di una nuova leadership, e quella del tempo lento che serve per guarire la ferita, rigenerare i tessuti del corpo e fare della cicatrice il ricamo più bello della nostra storia. Questa iniziativa nasce non per caso da un gruppo di donne: amministratrici, deputate, professioniste, lavoratrici, docenti universitarie, iscritte; tutte impegnate da sempre nella vita del partito; donne che hanno storie diverse ma che hanno deciso di lavorare insieme per la nostra comunità di democratiche e democratici. Dove c’è da generare e nutrire, sono le donne che non agiscono in solitudine: dove c’è una figlia, c’è una madre, e dove è una madre c’è una nonna o una levatrice, in una catena di sostanza che è vita. Infatti, questo collettivo nasce in autonomia per dare respiro al confronto congressuale e per contribuire ad un processo rigenerativo che richiede un tempo più lento. Non intendiamo morire nell’asfissia di un accordo congressuale con il candidato o la candidata di turno, né per far circolare correnti ormai senza aria. Correnti non più legate ad un pensiero ma finalizzate alla sola autoconservazione per pochi. Nello spirito fondativo plurale del Partito Democratico, questa comunità di donne rimane aperta a chi ne condivida lo spirito costruttivo per la nostra intera comunità e voglia contribuire a essere forza propulsiva per un Pd che sia baricentro di una coalizione progressista e riformista; un partito rigenerato dalla partecipazione delle iscritte e iscritti che, crediamo, debbano avere una voce primaria nella definizione delle regole congressuali. Un Partito capace di leggere la società e di anticiparne i cambiamenti, con risposte e proposte adeguate alla complessità del tempo che viviamo.

La politica è cura, e la fioritura del Partito Democratico dai semi della nostra identità costituente è la via per disegnare un Paese moderno e accogliente, capace di crescere in modo sostenibile a partire dalle proprie migliori risorse di arte, cultura, scienza, natura, capacità creativa e ingegno imprenditoriale. Riteniamo urgente tenere al centro dell’agenda politica l’ascolto delle persone che nelle comunità locali vivono le molte dimensioni dell’insicurezza: lavorativa, economica, sociale, di salute, e che sperimentano la fragilità educativa, emotiva, e culturale.

Affermiamo la necessità, non più differibile, di implementare le condizioni affinché l’intelligenza, le competenze e il lavoro delle donne vengano considerate come potente risorsa per l’Italia. Siamo maggioranza nel paese e riteniamo di non dover più essere trattate come una minoranza, nemmeno all’interno del Partito Democratico e se la questione femminile è per noi elemento che ci caratterizza la dobbiamo portare avanti con determinazione, senza utilizzare le donne come specchietto per le allodole magari mettendole capolista in più collegi e agevolando così nei fatti e nei numeri gli uomini. L’empowerment femminile deve essere declinato nella volontà di creare le condizioni affinché le donne siano libere di autodeterminarsi, di avanzare senza dover fare passi indietro causati da ostacoli normativi o culturali. Non abbiamo bisogno di mendicare nulla: c’è bisogno di una strategia chiara e di azioni concrete in primis per sostenere le donne nel lavoro e nell’attività di cura, ancora tutta sulle loro spalle.

Consideriamo l’educazione dai primi mesi di vita, e la sua continua innovazione di contenuti e metodi, il migliore investimento per l’economia del Paese, per preparare ragazze e ragazzi al loro futuro. Per far questo però pensiamo sia fondamentale combattere tutte le forme di discriminazione e violenza in tutte le sue declinazioni on line e off line. Siamo convinte che bambine e bambini debbano crescere al sicuro e nella bellezza, e che questa sia la misura assoluta di una città che funziona.  Osserviamo che questi investimenti cadono nel vuoto, se non accompagnati da opportunità di lavoro per giovani donne e uomini, che corrispondano ai loro sogni e capacità, e rappresentino la base necessaria per disegnare il proprio progetto di vita. Il lavoro è la prima vera forma di emancipazione sociale e un salario dignitoso rende ogni persona libera di scegliere e di autodeterminarsi anche rispetto a situazioni di abuso, ingiustizia e molestia. Anche per questa ragione va riconosciuto, a chi non è nelle condizioni di lavorare, un reddito di inclusione sociale e di politiche attive e di formazione permanente realmente usufruibuili. Così come vanno sostenute le imprese e chi vuole continuare a fare impresa: la riduzione del costo del lavoro, la lotta alla burocrazia e gli incentivi per chi investe in ricerca e sviluppo devono essere tra le nostre priorità. Vogliamo un Pd che sappia combattere le diseguaglianze con proposte innovative che partano dal coinvolgimento e dall’ascolto dei nostri sindaci e amministratori locali. Pensiamo che la salvaguardia delle risorse ambientali sia una condizione indispensabile per uno sviluppo economico sostenibile nel tempo, e che la ricerca scientifica e tecnologica che si nutre di umanesimo scientifico sia il migliore investimento per trovare soluzioni nuove a nuove sfide che riguardano la cura e il benessere delle persone di ogni età. Vediamo nella capacità di creare innovazioni la stretta connessione tra libertà di ciascuno e garanzia dei diritti di tutti. Riteniamo che il Pd debba identificarsi in una Europa più forte, coesa, efficiente, autorevole; un’Europa che sia motore di sviluppo e integrazione, protagonista nel governare i conflitti diffusi nel pianeta, promuovendo il valore della pace e dello stato di diritto fuori e dentro l’Unione.

Crediamo nel valore della sorellanza e per questo vogliamo un Pd capace di difendere i diritti e le libertà di quelle donne che nel mondo non hanno voce, nè volto: pensiamo alle donne afghane, alle donne dell’Arabia Saudita ed infine alle donne straordinarie dell’Iran che sono disposte a sacrificare la loro vita contro le diseguaglianze che tutte le dittature alimentano.

Per queste ragioni e per quelle indicate nel testo della Petizione, che ha già raggiunto già più di mille sottoscrizioni, ribadiamo la necessità vitale per il nostro partito di abbreviare i tempi congressuali e, per questi motivi

CHIEDIAMO

che le primarie che chiuderanno la fase congressuale siano celebrate all’inizio del 2023.

Marilù Chiofalo, Chiara Gribaudo, Alessandra Moretti, Valeria Fedeli, Lucia Ciampi, Elisabetta Gualmini, Alessia Morani, Titti Di Salvo, Alessia Rotta, Enza Bruno Bossio, Monica Lotto, Patrizia Prestipino, Giuditta Pini, Lodi Cristina, Bonomo Francesca, Giulia Zangrando, Carla Cantone, Bigon Annamaria, Stefania Pezzopane, Giorgia Maschera, Lucia Saviane, Colomba Mongiello

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