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La diffusione del virus rallenta – 63.837 i nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore, contro 88.221 del giorno precedente – e i decessi, pur rallentando anch’essi (207 contro 253 del giorno prima) sono ancora alti. A settembre arriveranno i vaccini aggiornati contro la variante BA.1, ma ad impazzare in Italia, con una prevalenza che ha superato il 75% già a inizio luglio, è la variante BA.5, sulla cui patogenicità abbiamo meno dati rispetto a quelli già raccolti per le altre varianti. Per avere qualche lume su ciò che possiamo aspettarci in questo clima d’incertezza, abbiamo intervistato l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica “Città della Speranza di Padova” e docente di patologia all’università patavina.
Perché abbiamo ancora tanti decessi di Covid, e chi sta morendo con BA.5?
“Se guardiamo i dati, vediamo che l’età media dei decessi è sempre molto alta, tra gli 80 e i 90 anni. Si tratta di persone che per età – e spesso per patologie pregresse – sono fragili. I vaccini – le tre dosi – continuano a proteggere bene dalla malattia severa, ma nelle persone più anziane o già deboli questa protezione può essere insufficiente, ragione per cui è importante effettuare il secondo richiamo”.
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Quale trend possiamo aspettarci?
“Ora i contagi caleranno e si spera che per un po’ staremo tutti più tranquilli. L’ampia diffusione della variante BA.5 insieme ai richiami dovrebbe generare un’immunità temporanea che, salvo nuove sorprese da parte del virus, potrebbe scongiurare il rischio di ulteriori ondate per almeno 4-5 mesi. Quindi è possibile che la massiccia ondata di contagi che stiamo affrontando ci permetta di affrontare l’autunno più serenamente. Naturalmente, se il virus non cambia ancora”.
BA.5 potrebbe essere l’ultima variante che conosceremo?
“Non credo. Ci sono già altre varianti in circolazione, come la BA.2.75 (la variante che arriva dall’India e sembra avere un’alta velocità di contagio ndr), anche se è difficile al momento fare previsioni su quanto queste possano diffondersi”.
BA.5 è dominante al 75%: che virus è rispetto alle varianti precedenti?
“È la variante più contagiosa apparsa finora: le sue mutazioni sulla proteina Spike la rendono migliore delle precedenti sia nell’infettare le nostre cellule sia nel nascondersi agli anticorpi generati da infezioni passate o dalle vaccinazioni. In poche parole, si diffonde rapidamente e può contagiare anche chi è vaccinato o ha avuto la malattia di recente. Tuttavia, la protezione che le tre dosi di vaccino offrono rispetto alla malattia severa è ancora molto alta, e in più la quarta dose funziona e la rafforza ulteriormente. I sintomi sembrano simili alle altre versioni di Omicron: febbre, congestione nasale, mal di gola, tosse, dolore muscolare, stanchezza, mal di testa sono i sintomi più frequenti, anche se possono manifestarsi anche sintomi gastrointestinali. Naturalmente questi sintomi saranno molto diversi da persona a persona, sulla base di fattori come la vaccinazione, l’età o la presenza di comorbidità. L’esordio dei sintomi sembra ridotto rispetto ad Alpha e Delta e si ha tra i 2 e i 4 giorni dal contagio”.
A settembre arrivano i vaccini contro BA.1. Hanno senso contro BA.5?
“Questa è una domanda a cui è difficile rispondere in maniera semplice. I primi dati di Moderna non mostrano differenze tra il vaccino classico e quello aggiornato (verso Omicron BA.1) nei confronti di BA.5. E la FDA sta spingendo affinché i vaccini autunnali possano essere davvero aggiornati e quindi disegnati contro le varianti BA.4 e BA.5. C’è poi l’imprinting che il sistema immunitario ha ricevuto con le infezioni o vaccinazioni precedenti che potrebbe limitare l’efficacia degli aggiornamenti. Insomma è un argomento ancora aperto alla discussione scientifica e quindi la raccomandazione al momento è di proteggersi con quello che c’è senza aspettare un nuovo vaccino che potrebbe non essere migliore di quello attuale”.
Si attende una circolare che dovrebbe ridurre i giorni di isolamento. Secondo lei è una misura opportuna?
“Penso che vada nella direzione della convivenza con un patogeno che sembra voler continuare a circolare nella comunità degli esseri umani. L’importante è responsabilizzare le persone affinché facciano i tamponi e usino le mascherine quando hanno un dubbio“.
Come giudica la decisione dell’Austria di togliere l’isolamento per i positivi asintomatici, purché indossino la Ffp2?
“Ne capisco le ragioni ma non posso che far notare che perché le Ffp2 proteggano devono essere indossate bene e da tutti. Non vorrei vedere un positivo in una sala riunioni o in un cinema, anche se in possesso di mascherina”.