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Ora FdI punta sugli animali. La Russa: “È il momento di dire sì a cani e gatti in Senato”

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ROMA — Hic sunt leones! Ignazio La Russa alla convention dei parlamentari meloniani a Brucoli ha detto che «è giunto il momento di autorizzare i senatori a portare i propri animali domestici dentro il Senato». Salvo aggiungere, «con la dovuta preoccupazione». E cela, quella postilla, il timore per una possibile deriva, sempre in agguato nelle cose di noi italiani.

Che dire? Sono quelle notizie che fanno felici i social.

Il presidente del Senato non intende autorizzarli dentro l’aula. Non alla buvette. Non nelle commissioni. Non ancora, al momento. Ma la proposta, su cui si sta lavorando, riguarda gli uffici personali dei senatori. Non è la prima volta che La Russa si dichiara a favore. «Cani, gatti, uccellini, perché no anche le capre, ma tanto animali ce ne siamo già tanti, uno più uno in meno», disse già un anno fa, paragonando il Parlamento più o meno a uno zoo. Anche lì però aggiunse: «È una battuta, eh!».

Animali domestici in Senato, La Russa: “Sono favorevole, ma i miei cani li lascio a casa”

a cura della redazione Politica

06 Giugno 2023

Le più appassionate alla questione sono due ex parlamentari di Forza Italia, Maria Vittoria Brambilla e Micaela Biancofiore, storiche animaliste, che si battono da tempo per l’ingresso degli animali nel Palazzo, richiesta ora affidata all’acribia dei questori. Pure La Russa ha due cani, ma giura che li lascerà a casa.

C’è peraltro già un precedente. Nel giugno scorso Biancofiore ha portato Puggy, un carlino di undici anni, nel suo ufficio senatoriale a Palazzo Carpegna. Puggy è famoso per essere cresciuto tra le coccole di Silvio Berlusconi. È al fianco della senatrice da sempre. Anche chi scrive ha avuto l’onore di intervistarla con Puggy accanto, e può testimoniare che è un cane molto socievole. «Molte pubbliche amministrazioni, aziende pubbliche e private, si stanno aprendo a questo beneficio ormai comprovato scientificamente», motiva la sua battaglia Biancofiore, che oggi presiede il gruppo dei Civici d’Italia, Noi moderati e Maie. «Non possiamo non accettare che accettare gli animali varchino la soglia dei nostri uffici».

L’onorevole Michaela Biancofiore con il cane Puggy in Senato 

Divampano le ironie. «Ecco le riforme che aspettavamo!» ha chiosato Carlo Calenda. La Russa gli ha pure risposto: «Quelle le fa il governo». Un anno fa la deputata leghista Laura Ravetto non nascose le sue riserve sulla novità: «Trovo davvero curioso (eufemismo) che siamo qua a discutere di far entrare cani e gatti in Parlamento ed io come madre non posso farci entrare mia figlia di cinque anni se per caso la babysitter è malata».

Ora tutti amiamo i nostri cani, e i nostri, gatti, e pure i conigli, viva gli animali naturalmente, ma introdurli negli uffici del Parlamento rappresenta il segno di nuova socializzazione o un inizio di degrado? Giudichi il lettore. L’importante è che non finisca come ai tempi di Caligola, che intendeva promuovere il proprio cavallo console. Puggy senatore magari no.

 

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