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Ovviamente OpenAI accusa DeepSeek di averla copiata: oh, l’ironia!

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L’avvento di DeepSeek, l’IA cinese “low cost” è stata senz’altro la notizia della settimana. Il suo impatto è stato così forte che molte aziende, e molti indici a esse correlati, sono crollate in borsa lunedì scorso (in buona parte riprendendosi nei giorni successivi). Ma adesso che il clamore iniziale si è un po’ spento, iniziano le prime analisi a mente fredda, e quella fatta da OpenAI lancia delle accuse piuttosto gravi.

Secondo gli sviluppatori di ChatGPT e Sora, che hanno condotto un indagine assieme a Microsoft, DeepSeek avrebbe usato le API di OpenAI per integrare i modelli di quest’ultima in quelli di DeepSeek. Tutto ciò sarebbe avvenuto già alla fine del 2024.

OpenAI ha infatti dichiarato al Financial Times di avere le prove che DeepSeek abbia usato la “distillazione“, una tecnica di addestramento che appunto si basa sull’estrazione di dati da modelli più grandi e più potenti, con evidenti risparmi in termini di costi e tempi.

E chiaramente, se ciò fosse vero, si tratterebbe di una violazione di termini di servizio di OpenAI.

OpenAI, in una dichiarazione a Bloomberg, ha cercato di fare leva sull’amor patrio, cosa che non stupisce affatto agli albori dell’era Trump 2. “We know PRC (China) based companies are constantly trying to distill the models of leading US AI companies. As the leading builder of AI, we engage in countermeasures to protect our IP, […] to best protect the most capable models from efforts by adversaries and competitors to take US technology.

L’ironia di un’azienda (OpenAI) che ha “saccheggiato internet” per addestrare i propri modelli e che ora si lamenta di chi cerca di trarne giovamento non è cosa da poco, fermo restando che non stiamo certo avvalorando una catena di violazioni di netiquette, per non dire di peggio.

Quali siano poi queste prove certe OpenAI non l’ha ancora reso noto, ma non dubitiamo che lo farà nei modi e tempi opportuni, se ne sarà sicura.

Intanto, non che c’entri niente con tutto questo, l’app di DeepSeek non è più disponibile in Italia, segno che di dubbi ce n’è più di uno.

 

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