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PADOVA – Niente ingresso nella lista dei trapianti di polmone per un cinquantenne di Feltre (Belluno), convinto No vax e considerato “soggetto non idoneo” in virtù della sua “ideazione paranoide” sul Covid, tale da “influenzare negativamente il decorso peri e post trapianto”. Come dire: “un comportamento non aderente alle raccomandazioni mediche (terapia immunosoppressiva), metterebbe a rischio la sopravvivenza del paziente stesso a causa di complicanze infettive evitabili“. Ecco dunque le motivazioni dell’équipe dell’azienda ospedaliera di Padova riportate dal Corriere delle Alpi, come indicato nella relazione firmata dalla dottoressa Elisabetta Balestro.
Sui social e in Parlamento
Questa vicenda, emersa a fine maggio, incendia da tempo le chat del mondo negazionista. Ma di fronte ai sospetti di cospirazioni e ripicche covati dai movimenti nati contro il vaccino, ecco la spiegazione medica del motivo per cui quel cinquantenne non può essere inserito nella lista trapianti. L’uomo è affetto da una grave malattia polmonare, la fibrosi interstiziale bronchiolocentrica, causata dall’inalazione di polveri negli anni di lavoro in cantieri e gallerie. Il cinquantenne, va detto, inizialmente aveva chiesto che fosse solo l’organo di un non vaccinato a sostituire il suo quasi collassato. E così ha preso avvio un braccio di ferro già sfociato in due interrogazioni parlamentari al ministro Speranza, firmate dai parlamentari Francesco Sapia (ex grillino, ora in Alternativa) e Marcello Gemmato (Fratelli d’Italia).
“Nessuna ideologia, solo motivazione medica”
“Non vi è alcuna motivazione ideologica dietro la scelta di non procedere con l’immediato inserimento nella lista trapianti del paziente coinvolto nel caso, bensì una scrupolosa analisi da parte di numerosi professionisti medico-clinici e psichiatrici, al fine di valutare con estremo rigore ed etica deontologica l’appropriatezza del trapianto nel caso specifico”, specifica l’Azienda ospedaliera di Padova. “La scelta della commissione valutatrice ha inteso tutelare il dovere di garantire che gli scarsi organi a disposizione possano trovare i riceventi che, per caratteristiche di urgenza e di esito previsto, possano evitare la dispersione di risorse così preziose. La mancata adesione alla vaccinazione Covid da parte del paziente, come pure l’iniziale pretesa di ricevere un organo da donatore non vaccinato, poca o nessuna attinenza hanno con scelte correttamente effettuate dai medici valutatori, che han preso in considerazione fattori ben più ampi, fra i quali non secondaria la corretta aderenza e completamento delle terapie farmacologiche”. La direzione dell’ospedale veneto fornisce quindi i numeri dei trapiantati “non vaccinati” in questi due anni di pandemia: quattro di rene, tre di polmone, uno di fegato, uno di cuore. Sono stati resi noti inoltre i numeri della lista delle persone che necessiterebbero di un polmone nuovo: in Italia ci sono oltre 350 pazienti all’anno, dei quali meno di 150 vede soddisfatta la possibilità di completare il trapianto per una palese mancanza di organi e donatori sufficienti a fabbisogno.
Cospirazione e controllo del governo
E’ in questo contesto che si inserisce il caso del cinquantenne feltrino, che il 14 aprile 2022, dal letto d’ospedale, davanti ai medici, “ha parlato chiaro e tondo di informazioni assunte su internet, di cospirazioni e controllo del governo, arrivando addirittura a sostenere l’idea di inserimento tramite vaccino di microchip”. Alla luce del colloquio psichiatrico, “si ritiene che la posizione del paziente rispetto al Covid possa condizionare alla sua compliance futura”. Il 26 maggio 2022 viene decisa così la “non idoneità al programma trapianto di polmone nell’Uoc di pneumologia dell’Università di Padova”.