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Una mattina di ottobre dell’anno scorso, è giunta una telefonata molto particolare al centralino del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo. Era un anziano di 90 anni, ospite di una casa di riposo, che denunciava le pesanti condizioni in cui era tenuta la moglie. E’ partita subito l’ennesima indagine, che stamattina ha portato nella comunità alloggio “Il giardino delle strelizie” di viale Lazio per la notifica di alcuni provvedimenti emessi dal gip su richiesta della procura.
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di
Salvo Palazzolo
Le intercettazioni video realizzate grazie a una telecamera nascosta hanno documentato le pesanti vessazioni a cui venivano sottoposti gli anziani ospiti. L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Laura Vaccaro ha portato a sei provvedimenti, viene contestato il reato di maltrattamenti: a uno dei titolari della struttura, Valerio Alagna, è stata notificata un’interdittiva, ha il divieto di gestire attività imprenditoriale in questo settore per un anno. Sospensione per un anno anche per cinque operatori. Dagli accertamenti è risultato che uno di loro ha precedenti penali per mafia. Non erano davvero infermieri qualificati.
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di
Salvo Palazzolo
“Ancora una volta emerge la necessità di assicurare tutela e protezione per i nostri anziani – dice il colonnello Gianluca Angelini, il comandante del nucleo Pef, che in questo periodo regge anche il comando provinciale della Guardia di finanza – ci siamo trovati davanti a soggetti fragili e indifesi, che hanno il diritto di essere curati e accuditi all’interno di strutture in grado di assicurare una qualità di vita dignitosa”.
Negli ultimi anni, le Fiamme Gialle hanno già smascherato diverse case lager per anziani e disabili, in città e provincia. In tutti i casi, le intercettazioni hanno rassegnato un quadro drammatico. Anche al Giardino delle strelizie sarebbero stati somministrati farmaci senza prescrizione medica, per sedare i pazienti.
La struttura non è stata comunque chiusa, continua a operare – senza gli operatori interdetti – sotto la gestione dell’altro socio, che non risulta indagato.
Ha scritto la gip Cristina Lo Bue nel suo provvedimento: “Le continue offese, le umiliazioni, le minacce, le percosse, le ingiurie, poste in essere nei confronti degli ospiti della struttura assistenziale, integrano il delitto di maltrattamenti, potendo certamente tali atti, per la loro intensità e abitualità, essere fonte di disagio continuo per le persone offese ”.