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Papa Francesco: tra Kiev e Mosca la pace è possibile, ma bisogna smilitarizzare i cuori

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Tra Mosca e Kiev “la pace è possibile” ma “bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori”: lo afferma papa Francesco in una intervista concessa alla Stampa in occasione della sua visita ad Asti, sabato e domenica, dove si reca per festeggiare i 90 anni di una cugina.

“Non rassegniamoci, la pace è possibile”, dice Jorge Mario Bergoglio, nipote di emigrati piemontesi in Argentina al quotidiano di Torino. “Però bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori, a cominciare dal proprio, e poi disinnescare, disarmare la violenza. Dobbiamo essere tutti pacifisti. Volere la pace, non solo una tregua che magari serva solo per riarmarsi. La pace vera, che è frutto del dialogo. Non si ottiene con le armi, perché non sconfiggono l’odio e la sete di dominio, che così riemergeranno, magari in altri modi, ma riemergeranno”. 

“Come ho detto sull’aereo tornando dalBahrein”, afferma ancora il Papa, “la Segreteria di Stato lavora e lavora bene, ogni giorno, e sta valutando qualsiasi ipotesi e dando valore a ogni spiraglio che possa portare verso un cessate il fuoco vero, e dei negoziati veri”. 

Quanto al nuovo governo italiano, “non voglio interferire nelle questioni politiche specifiche italiane”, ribadisce Francesco. “C’è un governo legittimo, votato dal popolo, è all’inizio del suo percorso, e auguro il meglio a chi lo guida e ai suoi collaboratori, e anche all’opposizione affinché sia collaborativa, perché il governo è di tutti, e ha come compito e obiettivo il bene comune, e come unico orizzonte a cui puntare un futuro migliore per l’Italia. Domenica abbiamo celebrato la Giornata Mondiale dei Poveri: come a tutti i governanti di ogni Paese, chiedo per favore di non dimenticare gli ultimi”. 

Nell’intervista alla Stampa, Francesco ripercorre con dovizia di particolari i propri rapporti col Piemonte, le sue poesie e i suoi cibi e i suoi vini, i ricordi dei nonni, in particolare della nonna Rosa con la quale è cresciuto e che gli parlava in piemontese, ma affronta anche il tema dei rapporti tra giovani e anziani, la fame nel mondo, l’esame quotidiano di coscienza. L’intervistatore,Domenico Agasso, gli domanda infine: è pronto a gustare la bagna caoda? “Sì… mi auguro solo che i miei parenti non esagerino con le quantità, non sono più un ragazzino”.

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