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Parco di Portofino, sentenza del Tar: resta il perimetro ampio ma senza misure di protezione ambientale nè Comitato di gestione

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La storia infinita del Parco di Portofino, in attesa di diventare Nazionale, fa registrare un altro clamoroso capitolo. Il Tar Liguria ha infatti accolto, seppur parzialmente, il ricorso di un gruppo di comuni (Avegno, Tribogna, Cicagna, Recco, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Portofino) e di Regione Liguria annullando in parte il decreto ministeriale del 2021, con cui l’allora Ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani sanciva la perimetrazione ampia con i territori di 11 comuni.

Attenzione però, perchè, la perimetrazione non viene cancellata dalla sentenza.

Fra i motivi accolti il principale riguarda la composizione del Comitato di gestione provvisoria del Parco. I Comuni rifiutarono di parteciparvi poiché erano contrari all’estensione, il Ministero nominò formalmente come legali rappresentanti gli stessi sindaci dei Comuni contrari, i quali non si presentarono alle riunioni.

Secondo il Tar, il Ministero dell’Ambiente, per garantire il loro diritto e rispettare il principio di collegialità dell’organo, avrebbe dovuto nominare come legale rappresentante il prefetto di Genova.

Tra le altre ragioni che hanno portato all’accoglimento i termini brevi concessi alla Regione per manifestare il suo parere e la scarsa attenzione prestata alle perplessità e critiche dei Comuni contrari.

Subito dopo la sentenza,oggi, esponenti del centrodestra hanno diffuso comunicati in cui la lettura della sentenza non era veritiera. Ad esempio il consigliere regionale della Lega, Alessio Piana, ha scritto che «con questa sentenza torna a rivivere il Parco regionale di Portofino nella sua perimetrazione storica, comprendente i comuni di Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure». Non è così. Resta il Parco a 11 Comuni di Cingolani e Ispra anche se svuotato di organo gestionale e misure di salvaguardia.

Lo dice questo passaggio: «Tuttavia, ferma la delimitazione provvisoria dei confini del parco nazionale, la definizione delle zone interne e della relativa disciplina interinale di salvaguardia non può prescindere dal dialogo con gli enti locali, come prescritto».

In altre parole: un territorio con i vecchi confini ma senza regole e senza un organo che lo gestisca, soprattutto sul fronte urbanistico.

Non solo: paradossalmente, il venire meno delle tutele definite con una zonizzazione, potrebbe riportare all’applicazione di quelle, assai più severe ed estese all’intera area, della legge quadro nazionale 394 del 1991 sulle aree naturali protette.

Il Tar, infine, con una mossa inusuale rivolge una sorta di “invito” a Ministero e Regione a mettersi d’accordo: «Resta salva la facoltà del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di non dare ulteriore corso alla fase provvisoria e di procedere all’istituzione definitiva del parco nazionale di Portofino d’intesa con la Regione Liguria, eventualmente stabilendo, previa adeguata consultazione della stessa Regione e dei Comuni interessati, misure di salvaguardia efficaci sino all’entrata in vigore del piano per il parco».

A maggio di quest’anno sempre il Tar della Liguria, con un altro collegio, bocciando il decreto del ministro Pichetto Fratin, aveva deciso di ripristinare il perimetro provvisorio che nel 2017 aveva deciso l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del ministero dell’Ambiente, di oltre 5300 ettari e comprendente undici Comuni.

L’avvocato Daniele Granara, che rappresentava l’Associazione Amici del Monte di Portofino (tra le altre associazioni che si sono battute per il Parco anche la Lipu rappresentata dall’avvocato Riccardo Lertora) ribadisce come sia stata confermata la perimetrazione ampia del Parco e annuncia «le associazioni provvederanno a diffidare il Ministero a dare immediato corso agli adempimenti stabiliti dal Tar affinché il Parco possa definitivamente funzionare. Dopo questa ulteriore conferma si auspica una definitiva perimetrazione affinché, dopo oltre 7 anni dalla sua previsione a livello legislativo il Parco Nazionale possa concretamente essere istituito.

“L’ostruzionismo della destra sul Parco nazionale di Portofino ci ha fatto perdere sette anni e milioni di euro, la sentenza di oggi del Tar Liguria è figlia degli errori della Regione, ora è tempo di un parco vero, costruito con i territori”. È il commento del capogruppo uscente del Partito Democratico in Consiglio regionale Luca Garibaldi sulla sentenza del Tar Liguria.

“Dopo sette anni avremmo potuto avere un Parco nazionale che avrebbe portato ricadute economiche e turistiche importanti sul territorio, invece a causa delle politiche della destra siamo all’anno zero – denuncia Garibaldi -. La sentenza del Tar di oggi nei fatti lo conferma, perché certifica errori di procedura e di coinvolgimento democratico. Il decreto Cingolani nasceva come risposta alla stallo della Giunta nel decidere il futuro del Parco: e a questo decreto si è risposto solo con ricorsi e non con un’azione politica. Prendiamo atto che la destra non vuole le aree protette e danneggia l’economia del Tigullio e della Liguria”.

 

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