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Elezioni da Parigi a Bucarest, una guerra in corso, un’economia che continua a deludere e una vittoria shock di Donald Trump alle elezioni statunitensi: fattori che, nell’anno che sta per concludersi, hanno contribuito a rivedere i rapporti di forza a Bruxelles e, soprattutto, a rafforzare alcuni protagonisti e a indebolirne altri. Euronews, network che segue da vicino quanto accade nei palazzi europei, analizza i vincitori e i vinti di un anno turbolento e, un po’ a sorpresa, colloca due italiani, che non siedono in Consiglio europeo, fra chi guadagna influenza: Mario Draghi ed Enrico Letta.
“I due ex primi ministri italiani non parteciperanno più al Consiglio europeo, ma continueranno a gettare un’ombra lunga sul lavoro di Bruxelles”, scrive Euronews: “Quest’anno, entrambi hanno pubblicato rapporti influenti che lamentano la stentata crescita economica europea, inferiore a quella degli Stati Uniti, con azioni che vanno da un nuovo fondo di sovvenzioni a una riduzione delle normative”. Un messaggio, aggiunge Euronews, che “recepito in modo forte e chiaro e inserito nelle descrizioni delle mansioni di ogni nuovo commissario europeo”.
Tra gli altri leader che escono rafforzati da questo 2024, c’è Donald Tusk e la “sua” Polonia, “a lungo figlia problematica dell’Ue, tornata in auge sotto la guida di Tusk”, spiega il network Ue. Pedro Sànchez, insieme a Tusk, “sembra uno dei leader centristi più stabili d’Europa. Nel complesso, gli elettori hanno dato un messaggio anti-establishment alle elezioni europee di giugno, ma hanno lasciato la sua delegazione di 20 europarlamentari sostanzialmente intatta”.
Tra chi si indebolisce, Euronews cita Emmanuel Macron: “Il presidente francese ha avuto un anno catastrofico. Le elezioni europee di giugno hanno visto i suoi rivali di estrema destra, il Rassemblement National, conquistare 30 seggi su 81; le elezioni lampo da lui indette hanno portato alla perdita della sua maggioranza centrista anche all’Assemblea Nazionale”. Tra gli altri “perdenti” Euronews colloca il cancelliere tedesco Olaf Scholz, “La Germania è tradizionalmente vista come il motore che fa avanzare l’Ue. Ma le ripetute inversioni di rotta sulle leggi dell’Ue hanno portato alcuni a concludere che il più grande membro del blocco non è più un partner affidabile”.
Fra “quelli da tenere d’occhio”, Euronews cita invece Viktor Orban: “È riuscito a creare un gruppo di estrema destra con 86 eurodeputati, il terzo più grande del Parlamento. Una probabile confluenza di vedute con una futura amministrazione Trump potrebbe contribuire a estendere ulteriormente la sua influenza”. Oltre a Orban, fari puntati anche su Mark Rutte, indebolito dalla sconfitta in Olanda ma con le redini della Nato ben salde, e Keir Starmer: dopo gli anni di scontri fra Boris Johnson e i vertici Ue, “le relazioni del Regno Unito con Bruxelles sono probabilmente così basse che possono solo migliorare”.