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L’ultimo saluto a Diana sarà domani, venerdì 29 luglio, alle 15. Dopo il nulla osta della procura in seguito all’autopsia effettuata sul corpo della bambina, la salma è stata restituita ai parenti (la zia e la nonna) che potranno così organizzare l’ultimo saluto alla piccola nella chiesa Santi Pietro e Paolo a Borgo Lombardo, una frazione di San Giuliano Milanese. E proprio la nonna ha parlato ancora della figlia, Alessia Pifferi: “Il sabato e la domenica non rispondeva al telefono, e che ne sapevano noi…Poi lei diceva sempre tutto bene, ci siamo fidati”. E, ai microfiniti del Tg3 della Lombardia, ha aggiunto: “La bambina la vedevo tutti i giorni in videochiamata, era bella, era allegra”.
Ai funerali della bambina morta dopo essere stata lasciata sola per sei giorni nel suo lettino di via Parea, abbandonata dalla madre Alessia Pifferi, prenderà parte anche il sindaco Beppe Sala: dal Comune fanno sapere poi che ci sarà un aiuto economico da parte di Palazzo Marino per consentire la realizzazione della cerimonia. Fuori dal portone del condominio a Ponte Lambro qualcuno ha appeso un cartello con la foto della bambina e una scritta: “A soli 18 mesi è volata in cielo”.
La morte della piccola Diana, le analisi sul biberon
I risultati dell’esame autoptico sul corpo della bambina di 18 mesi arriveranno entro sessanta giorni e daranno maggiori certezze sulle cause del decesso. Secondo le prime risultanze è sempre più verosimile che Diana sia morta di stenti. E che abbia smesso di respirare circa 24 ore prima del suo ritrovamento, avvenuto mercoledì scorso di mattina.
A dare ulteriori elementi saranno anche i rilievi della Scientifica. Lunedì primo agosto sono state fissate le analisi sul biberon della bambina e sul flacone di En: si tratta di capire se alla piccola sia stato somministrato l’ansiolitico. La boccetta con la sostanza a base di benzodiazepine ritrovata in casa appartiene a uno degli uomini che Pifferi frequentava che è stato sentito dagli inquirenti e che ha confermato. Ma questo non esclude la possibilità che sia stato dato alla piccola prima che la madre lasciasse l’appartamento, anche se questa ha sempre negato: “Le ho dato solo gocce di tachipirina”, aveva detto a verbale la donna.
Nel frattempo proseguono le attività investigative sul telefonino della donna che aveva una fitta serie di contatti: un’analisi delle chat che gli investigatori stanno facendo sia per tracciare un profilo preciso della donna accusata di omicidio volontario pluriaggravato, sia per provare a stabilire chi sia il padre biologico della piccola.
Alessia Pifferi, gli avvocati: “Ha gli occhi persi nel vuoto, non ha consapevolezza di se stessa”
Un passaggio chiave della vicenda di Alessia Pifferi sarà poi la certificazione del suo stato di salute mentale. Gli avvocati difensori Solange Marchignoli e Luca D’Auria hanno ribadito la necessità di fare una consulenza psichiatrica di parte, ma non è chiaro se avverrà in incidente probatorio (e quindi anche con il giudice e le parti). “È una persona che ti guarda, ma non ti vede. Con gli occhi persi nel vuoto – ha detto l’avvocata Marchignoli dopo aver incontrato Pifferi nel carcere di San Vittore – non ha consapevolezza di se stessa, di ciò che è accaduto, né tanto meno delle conseguenze giuridiche. Dice che le manca la figlia e di volere andare al suo funerale”.