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Pressing contro i cambi di casacca in Parlamento: si punta al via libera al Senato entro fine mese

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ROMA – Il contatore più aggiornato dà 302 cambi di casacca dal 2018 a oggi: un viavai mai visto di deputati e senatori in movimento da un gruppo all’altro, talvolta con ripensamenti e poi nuovi addii. Basti pensare che negli ultimi due mesi, mentre si scaldavano i motori per l’elezione del presidente della Repubblica, ce ne sono stati ben 31, secondo l’ultimo dato di OpenPolis.  Ma qualcosa si sta muovendo davvero, e ieri la giunta del Senato si è riunita puntando entro fine mese alla modifica del regolamento che segnerà la svolta contro il trasformismo, oltre ad adeguare quorum e commisioni ai nuovi numeri di Palazzo Madama. Qui si passerà nella prossima legislatura da 315 a 200 senatori, con il taglio dei parlamentari.  Domani è la volta di Montecitorio. Il presidente della Camera, Roberto Fico ha riunito alle 13 la giunta e i relatori, il dem Lele Fiano e il forzista Simone Baldelli illustreranno il progetto di regolamento, che è molto simile a quello del Senato, ovviamente con numeri diversi dal momento che la Camera passa da 630 a 400 deputati. 

Si parte, quindi. L’accelerazione è stata impressa a proposte che il  il segretario dem, Enrico Letta, giudica già in ritardo. Il record di cambi di casacca, infatti, da inizio legislatura ha visto in Parlamento una media di sei traslochi politici al mese. “È stata  fissata la presentazione degli emendamenti alle 12 del 25 febbraio”,  dice Dario Parrini, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato. 

Stop ai cambi di casacca e tagli alle commissioni: entro un mese via libera ai nuovi regolamenti parlamentari

di
Giovanna Casadio

07 Febbraio 2022

Il fronte giallo-rosso di Pd, M5Stelle e Leu è compatto, ma anche la Lega sembra convinta, qualche perplessità sui quorum (ad esempio per formare un gruppo autonomo) da parte dei renziani, contestazioni di Fratelli d’Italia, ieri in giunta. In concreto ecco cosa cambia. Per i trasformisti innanzitutto, niente staff, meno soldi e addio agli incarichi. Il Parlamento a porte girevoli non ci dovrà più essere. Tra le punizioni per il cambio di casacca ci saranno meno soldi a disposizione del parlamentare transfuga, l’approdo al non-gruppo dei non iscritti, ma anche la perdita degli incarichi ottenuti precedentemente.   

L’altro nodo su cui a Palazzo Madama sembra esserci l’accordo è sulle commissioni parlamentari, che passeranno da 14 a 10. Su come verranno accorpate però, il cantiere è aperto. Comunque le Politiche Ue non dovrebbe perdere autonomia, dopo le proteste e le polemiche. A questo punto ad essere sacrificata dovrebbe essere la commissione Salute accorpata a Lavoro e Affari sociali, insieme poi sarebbero Esteri e Difesa, mentre Affari costituzionali si accompagnerebbe con Editoria, insieme Industria e Agricoltura. Dovrebbe evidentemente esserci una specularità tra Camera e Senato sul numero delle commissioni, dal momente che il nostro è un sistema bicamerale.  Per formare un gruppo a Montecitorio occorreranno almeno 14 deputati (oggi 20), che dovranno trovarsi sotto un simbolo che ha già eletto dei parlamentari.  Domani alla Camera sarà anche indicata la data della riunione congiunta con la presidente del Senato, Elisabetta Casellati

E poi c’è la seconda tranche di riforme, tutte – sottolinea Parrini – per dare “maggiore centralità del Parlamento, altro che presidenzialismo!”. Quindi discussione su come ridurre la decretazione d’urgenza e introdurre la “data certa” sui provvedimenti del governo. 

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