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Primo maggio, polemiche per le bandiere Usa, Nato e Ue bruciate a Torino

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Alla fine del corteo del Primo Maggio, oggi a Torino, dopo che sindacati e autorità avevano parlato sul palco e i lavoratori avevano sfilato lungo il Po, lo spezzone sociale ha chiuso la giornata con un gesto plateale:  in piazza San Carlo è stato dato fuoco alle bandiere della Nato, degli Stati Uniti e dell’Europa. Quel gesto ora infiamma la polemica di chi rivendica la piazza per i lavoratori e non “come palcoscenico per gli antagonisti”, come dice Nadia Conticelli, capogruppo Pd in Consiglio comunale a Torino

Bandiere Nato, Usa e Ue incendiate in piazza a Torino

“Il primo motivo per cui siamo qui – ha detto uno speaker – è dire ‘No’ alla guerra imperialista in Ucraina. Siamo contro l’invio di armi e siamo anche contro le sanzioni, che colpiscono i lavoratori e i disoccupati russi ma non i miliardari, che continuano a fare ciò che vogliono”. Nel corso degli interventi dal palco sono state rivolte critiche anche al governo Meloni per “la cancellazione del reddito di cittadinanza” e le misure tendenti alla “precarizzazione” del lavoro. In piazza San Carlo c’erano attivisti e militanti di Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Sinistra anticapitalista, Autonomia-Contropotere, No Tav, Si-Cobas.

Le reazioni alle bandiere incendiate a Torino

La reazione del Pd

“Il Primo Maggio è la festa dei lavoratori e delle lavoratrici, una giornata di lotta per i diritti, non il palcoscenico antagonista”. E’ quanto afferma Nadia Conticelli, capogruppo Pd in Consiglio comunale a Torino.  “E’ offensivo – dice – che sedicenti gruppi antagonisti cerchino visibilità e palcoscenico in ogni occasione, predicando odio, divisione e violenza. Inneggiare alla pace con fumogeni e faló di bandiere è una contraddizione palese”. Per Conticelli “i protagonisti del Primo Maggio sono in primo luogo i lavoratori e le lavoratrici e le loro associazioni sindacali, che ci rappresentano tutti e tutte”, e “la massiccia partecipazione al corteo torinese nonostante la pioggia battente è un segnale importante, nel momento in cui il Governo riduce tutele e risorse per i lavoratori”.

I commenti di Gruppo Azione- Italia Viva

“A Torino durante il corteo sono state incendiate bandiere della Nato, degli Usa e dell’Europa. Ecco come rovinare la Festa del Lavoro. Ferma condanna per le vergognose azioni di questi fenomeni. Tutte le forze politiche dovrebbero prendere le distanze”. Lo scrive su Twitter la presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato Raffaella Paita.

“Ancora una volta durante il corteo del Primo maggio a Torino ci sono state parole ed atti contro la Nato e gli Stati Uniti, esattamente come accaduto il 25 aprile. In questa giornata dedicata alle lavoratrici, ai lavoratori, a tutti quelli che il lavoro non ce l’hanno e a chi cerca un lavoro dignitoso e sicuro, è incredibile che venga dato spazio a chi cerca un momento di visibilità oscurando i temi del lavoro a danno dei manifestanti”. Lo dichiara la senatrice torinese Silvia Fregolent della presidenza del Gruppo di Azione- Italia Viva.

I commenti di Più Europa

“Bruciano le bandiere degli Usa  e dell’Ue durante la manifestazione di Torino il 1 maggio per la festa dei lavoratori. Probabilmente vorrebbero le stesse condizioni di lavoro che ci sono in Cina, in Transnistria, in Corea del Nord. Noi no. E ci battiamo perché il lavoro in Italia ambisca ai più alti standard europei, a livello di salario, di welfare e di diritti”. Lo scrive su Twitter il segretario di Più Europa Riccardo Magi.

“Pensate a quale dittatura e a quale giustizia sommaria saremmo sottoposti se dovessero vincere loro, quelli che bruciano le bandiere. Ecco perché c’entra la bandiera della Nato nei cortei antifascisti per i diritti e per la libertà”. E’ il commento di Silvio Viale, consigliere comunale a Torino per Più Europa,. Il riferimento alla bandiera della Nato è alle contestazioni del 25 aprile. Viale afferma che “la motivazione (a portare il vessillo dell’Alleanza atlantica – ndr) viene da quelli che il primo maggio bruciano le bandiere di Nato, Unione europea e Usa spacciandosi per essere contro la guerra quando propugnano violenza e guerra a 360 gradi”.

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