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Narcisismo, relazioni tossiche, dipendenze affettive: dagli ultimi anni il web è pieno di contenuti che tentano di dare definizioni precise a uno spettro così ampio di personalità da correre il rischio di diventare dei cliché. Se improvvisazione e faciloneria, ai tempi dei social, sono tollerate ai non addetti ai lavori, altra storia è quando a parlare di un tema specifico è l’ente più importante e specializzato in materia. Nel caso del disturbo di personalità narcisistica, a finire nel mirino è il Cnop, il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, che mercoledì ha condiviso sulla sua pagina Instagram un post che ha fatto molto discutere, e su cui da giorni psicologi e psicoterapeuti dibattono, dal titolo “L’abuso narcisistico“.
La sindrome da abuso narcisistico non esiste
“Nell’articolo condiviso dal Cnop si parla di Sindrome da abuso narcisistico, ma questa patologia non esiste” racconta Lucrezia Marino, psicoterapeuta. “Esiste il narcisismo, che è un disturbo di personalità caratterizzato da una varietà infinita di modalità di espressione. In questo articolo si trattano i narcisisti come dei criminali che usano la violenza gratuitamente, cosa non vera e non generalizzabile”. Intorno a questo post si è creato un vero e proprio polverone sui social, che ha portato gli esperti a scrivere una lettera indirizzata al proprio Ordine, denunciando quello che viene ritenuto un contenuto “fuorviante e superficiale”. “L’articolo è stigmatizzante – continua Marino – e cavalca l’onda del binomio vittima-carnefice. Mette dalla parte dei carnefici i narcisisti, generalizzando molto su questo disturbo, che è una patologia. Non ci spieghiamo questa superficialità nella condivisione. Nel testo non si danno riferimenti scientifici a supporto della tesi sostenuta, perché non ce ne sono”.
Regolare l’autostima
Secondo lo psicoterapeuta Giuseppe Magistrale “esistono vittime di abusi da persone senza diagnosi psichiatriche, per questo motivo è sufficiente parlare di abuso in sé senza fare riferimento a presunte diagnosi, perché noi psicologi non possiamo diagnosticare disturbi senza colloqui, test, approfondimenti clinici. Non siamo sciamani. Quante di queste presunte vittime di abuso narcisistico hanno certezza clinica, quindi una diagnosi di un professionista?”. Non tutto ciò che è narcisismo è da considerarsi una patologia e neanche qualcosa da cui necessariamente fuggire. Anzi. Secondo Vittorio Lingiardi, psicologo e psicanalista che tanto ha scritto sul tema, il narcisismo sano è “la capacità di riconoscere le qualità positive e regolare l’autostima, la collaborazione costruttiva tra lo sguardo degli altri e l’auto-osservazione, la capacità di provare gratitudine”. Quando, allora, si può parlare di disturbo di personalità narcisistica?
Gli estremi: o deficitario o esagerato
Nelle sue derive, quando cioè il narcisismo è deficitario, o è esagerato. “Sono i due poli estremi patologici. La grandiosità, di cui tanto si parla, è la compensazione di una sensazione profonda di disvalore. Come se ci fosse un vuoto molto difficile da sostenere, talmente schiacciante che viene compensato da un’idea esasperata di grandiosità. Ma questa cosa non è cosciente, è attraverso la terapia che si può mettere mano a questa sensazione molto profonda del sentirsi privi di valore” spiega Marino. Sull’avere a che fare con un narcisista tanto si è scritto e dibattuto sui social. L’idea comune è che le persone attratte da questo tipo di personalità siano quelle più deboli, più portate alla dipendenza affettiva o alla manipolazione. Questo, però è vero solo in parte.
Il match tra il supersicuro e il vulnerabile
“Può esserci un match tra un narcisista e un vulnerabile, ma mentre i tratti grandiosi sono più visibili e individuabili nel primo caso, non è detto però che siano meno strutturati all’interno di una persona che cova dentro di sé dei sentimenti forti di inferiorità, ma tuttavia fa fantasie grandiose che magari non esplicita apertamente”. Se da mesi si dibatte sulla sofferenza di chi entra in relazione con chi soffre di personalità narcisistica, si è sempre posto poco l’accento sul dolore personale del soggetto. Giancarlo Dimaggio, psicoterapeuta e autore di numerosi testi sul narcisismo, segnala una metanalisi pubblicata nell’aprile 2021 su European Psychiatrymetanalisi (“Can narcissism be considered a risk factor for suicidal thoughts and behaviors? A systematic review of the literature” – di V. Sprio, F. Madeddu e R. Calati) in cui si spiega come ai soggetti con una diagnosi di disturbo narcisistico possano essere associati atti autolesivi. Comporta cioè, nel soggetto, una sofferenza enorme di cui si parla poco.
Il senso di vergogna
“Si tratta di condizioni molto fragili, quella più comune e sperimentata è il senso della vergogna. Immaginiamoci, quindi, cosa voglia dire per una persona che abbia ricevuto questa diagnosi leggere ovunque che è un mostro, un criminale da allontanare. È assolutamente giusto e necessario parlare della sofferenza di chi è in relazione con una persona che soffre di disturbo di personalità narcisistica, ma il nostro mestiere non può fare alcuna differenza. Un medico cura tutti, senza stigma e distinzioni” conclude Marino.