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A vedere i freddi numeri, sono la quinta forza politica alla Camera e la quarta al Senato: 66 deputati e 47 senatori. Il famigerato gruppo misto è un corpaccione indistinto, è il purgatorio di espulsi e forze minori, crocevia di idealisti e furbacchioni, esiliati e battitori liberi. Centrodestra e centrosinistra saranno costretti a farci i conti in vista della partita quirinalizia, ma è un mestiere improbo: di fatto una volta finiti lì dentro ognuno vale per sé, o poco più.
Quirinale, Formica: “Al Paese serve un presidente giovane e che sappia osare”
di
Concetto Vecchio
07 Novembre 2021
A Montecitorio, per dire, il Misto vale più del doppio di Italia Viva (27) e quasi il doppio di Fratelli d’Italia (37). Il presidente del gruppo è Manfred Schullian del Südtiroler Volkspartei, ma è una carica formale di una squadra eterogenea. Ci sono i 14 ex 5 Stelle oggi riuniti nell’Alternativa c’è, gli ambientalisti e socialisti di Eco (otto) con il già ministro Lorenzo Fioramonti, i sei centristi guidati da Bruno Tabacci, la componente del centrodestra Noi con l’Italia che fa riferimento a Maurizio Lupi. E poi la sottocategoria dei misti nel misto, ben 26 persone. Sono soprattutto eletti del M5S presto o tardi usciti e che oggi hanno potenzialmente 26 idee diverse sul da farsi: dalla no vax Sara Cunial a Yana Ehm, molto vicina alle istanze della sinistra radicale; dal dibattistiano Alessio Villarosa ad Alessandro Sorte, ex assessore lombardo di Forza Italia.
A pranzo da Bettini pensando all’elezione del Quirinale: parterre trasversale, da Conte a Gianni Letta
di
Giovanna Vitale
06 Novembre 2021
“Faccio fatica a trovare certezze, i gruppi sono friabili come non mai – dice Pino Cabras, animatore dell’Alternativa c’è – Per quel che ci riguarda faremo il possibile per non creare un blocco pro-Draghi, perché con lui al Colle sarebbe un presidenzialismo mascherato. Vorremmo convergere con altri su nomi più ‘classici’, più di garanzia costituzionale, che possano appunto garantire il pluralismo”. Dopodiché voci di voti politicamente sul mercato – era stato Silvio Berlusconi a far riferimento ai vecchi M5S come possibili interlocutori per la sua corsa al Quirinale – ce ne sono ed è “pure fattibile che ci sia questo tentativo, la verità è che nessuno oggi è in grado di garantire alcunché, salteranno le geografie. E poi penso che il M5S in sé sia il meno perscrutabile fra tutti i gruppi”, sentenza Cabras.
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08 Novembre 2021
A Palazzo Madama la faccenda è simile. La sinistra di LeU guidata da Loredana De Petris e che sostiene il governo ha cinque eletti, Sinistra Italiana ne ha altri tre, Cambiamo di Giovanni Toti e che gravita a destra ha sette iscritti al sottogruppo, c’è pure Italexit di Gianluigi Paragone (con altri due senatori), finanche Potere al Popolo con Matteo Mantero, anche lui ex 5 Stelle. Ben 15 hanno le mani completamente libere, fanno oltre 40 con quelli della Camera.
Emanuele Dessì è uno di loro: “Sono uscito dal Movimento per non votare Draghi presidente del Consiglio, figuriamoci se potrei farlo per il Quirinale – ragiona – comunque mi aspetto che Giuseppe Conte abbia l’ardire di fare una proposta propria, sarebbe un buon punto di partenza”. E sul possibile mercanteggiamento – politico, si intende – in vista? “Non so chi di noi ex 5 Stelle conosce Berlusconi, effettivamente c’è un po’ di tutto, a me personalmente saperlo presidente della Repubblica con Draghi premier fa tremare i polsi, però sa, io parlo per una componente formata solo da me stesso…”.
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07 Novembre 2021