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Nel giorno in cui Roberto Fico fissa la data in cui inizieranno le votazioni per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, a Piazza Santi Apostoli, nel pieno centro di Roma, va in scena una mobilitazione contro il più discusso dei candidati: Silvio Berlusconi. A scendere in piazza, in quello che sembra un deja vu degli anni d’oro del leader forzista, è il Popolo Viola di Gianfranco Mascia, il movimento nato più di dieci anni contro i governi guidati dall’ex premier.
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Questa volta però è l’ipotesi di una promozione del Cavaliere al Quirinale ad indignare i più acerrimi oppositori dell’ex presidente del consiglio. “La sola idea che Berlusconi possa essere eletto mi fa venire i brividi”, urla Gianfranco Mascia – uno degli organizzatori del presidio – dal palchetto allestito in Piazza Santi Apostoli. Il Quirinale non è un bunga bunga”, questo lo slogan della manifestazione. Sembra un revival un po’ sbiadito dell’antiberlusconismo che fu. La piazza infatti conta più cronisti che partecipanti. Non è una caso che gli organizzatori si affrettino a precisare che, causa Covid, il presidio sia stato organizzato senza “senza troppe pretese”.
Tra i presenti i nomi più gettonati per il Colle sono quelli di Rosy Bindi, Marta Cartabia, Gustavo Zagrebelsky e anche Paola Severino. Nessuno fa il nome di Mario Draghi, però. Il premier non è tra i nomi più graditi dalla piazza. “Va bene anche un presidente di centrodestra, basta che sia presentabile”, dice una manifestate. “Ma il problema è che nel centrodestra nessuno è presentabile”, ammonisce un altro. L’ipotesi più gradita è quella di una donna al Quirinale: “Sarebbe ora”, mormorano i presenti quando l’ipotesi viene avanzata a gran voce del palco.
La piazza non risparmia critiche neanche al Pd, considerato troppo timido sulle battaglie storiche delle sinistra. Un ex militante del PCI mostra orgoglioso le lettera che gli scrissi il segretario Enrico Berlinguer. “Lui si che era un leader di partito, mica come Renzi”. Il segretario di Italia Viva è tra i nomi più criticati delle pizza: “Ha distrutto la sinistra, finirà per votare Berlusconi”. Molti infatti scommettono sul fatto che sarà proprio il senatore di Rignano a schierarsi della parte del Cavaliere nella sua corsa al Colle.
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Come da tradizione, anche questa volta Il Popolo Viola ha scelto Facebook per mobilitarsi contro la figura di Berlusconi. Furono loro, del resto, tra i primi a sfruttare il crescente utilizzo di social network come strumento di aggregazione civica e apartitica. Il movimento riuscì a riempire le piazze con centinaia di persone, ma furono i litigi interni, le varie scissioni e il progressivo tramonto della stagione berlusconiana a determinare la fine del Popolo Viola. Una storia che per buona parte ricalca quella delle Sardine, che del Popolo Viola possono essere considerate le nipoti in salsa anti-sovranista.