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Quando vari giornalisti si sono messi a caccia della mia persona per avere notizie su una mia vicenda sentimentale di circa un quarto di secolo fa, ho lasciato il mio legale di fiducia, avv. Romolo Reboa, quale unico possibile riferimento di contatto, in quanto non sono un personaggio pubblico e nemmeno oggi capisco per quale motivo debba essere nelle prime pagine dei giornali e nei talk show.
L’avv. Romolo Reboa ha fatto più volte presente ai vari giornalisti che l’hanno contattato che non sono un personaggio pubblico e che la normativa europea ed italiana sul Gdpr mi da il diritto alla riservatezza della mia vita: loro hanno inteso diversamente. Quindi ho deciso di tutelare con questo comunicato il mio nome, anche perché sono state fatte delle ricostruzioni romanzesche e diffamatorie sulla mia persona; poi lo farò giudiziariamente.
Ad esempio si è sostenuto che, in una vicenda processuale, non sarei innocente in quanto la stessa si è chiusa per intervenuta prescrizione: i giornalisti per diffamanni hanno violato la Costituzione, che prevede all’art. 27 la presunzione di innocenza sino a condanna definitiva. Mi ricorda l’avv. Reboa che tale principio è identico a quello dell’art. 48 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dell’art. 6 della Carta dei diritti dell’uomo, ma per questi giornalisti io sarei un bancarottiere per fatti ove non vi è mai stata una sentenza definitiva che mi abbia dichiarato colpevole.
Non trovo neanche corretto che la Sig.ra Anna Paratore venga additata come una specie di mia socia in non ben chiare iniziative immobiliari, dato che le micro partecipazioni in varie società erano state da me concesse quali forme di incentivazione ad una persona che, all’epoca, era una valida impiegata del mio gruppo: tali partecipazioni, come avviene in tutte le aziende, sono state liquidate al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Quindi è scorretto affermare che io e la Sig.ra Anna Paratore eravamo soci in affari allo scopo di coinvolgere questa donna in fatti che riguardano solo me. Parlare di società fiduciarie come delle violazioni di legge è una grande scorrettezza e significa non conoscere il mondo economico, dato che sono disciplinate in Italia dalla l. 23 novembre 1939, n. 1966 e lo stesso vale per società che operano in altri stati dell’Unione Europea, quale era la Gran Bretagna sino alla Brexit: l’Unione Europea è nata per favorire la mobilità dei capitali, lo ha dimostrato la Fiat che si è trasferita in Olanda.
Sono stato accusato nel libro “Meloni segreta” di aver conosciuto vent’anni fa degli imprenditori poi accusati di reati, anche gravi: ho 78 anni, ho conosciuto centinaia, forse migliaia, di imprenditori essendo forse il più esperto operatore immobiliare nella creazione ed organizzazione di centri commerciali e con molti ho avuto a volte brevi partecipazioni societarie, a garanzia del pagamento delle mie prestazioni professionali. Associare il mio nome solo a quelli di essi che hanno avuto problemi giudiziari al fine di accusare il premier di scarsa correttezza è un comportamento diffamatorio in mio danno.
Non rilascerò mai più ulteriori dichiarazioni, ma non sarà impossibile leggere le mie reazioni, se proseguirà questa campagna diffamatoria: a parlare saranno le sentenze che verranno pronunciate, dato che chiederò alla Magistratura di tutelare i miei diritti.
Raffaele Matano
In risposta a quanto affermato dal signor Raffaele Matano, si fa presente che Repubblica ha più volte contattato il legale di quest’ultimo, l’avvocato Romolo Reboa, spiegando anche l’argomento di cui avremmo voluto parlare con il suo assistito. Purtroppo i diversi contatti, iniziati mesi prima della pubblicazione dell’inchiesta, non hanno avuto seguito per motivi personali e professionali riconducibili all’avvocato Reboa.
In merito alla doglianza del signor Matano, che reputa poco “corretto che la signora Anna Paratore venga additata come una specie di mia socia in non ben chiare iniziative immobiliari, dato che le micro partecipazioni in varie società erano state da me concesse quali forme di incentivazione ad una persona che, all’epoca era una valida impiegata del mio gruppo”, si fa presente che il nome della signora Paratore compare negli atti notarili e nei documenti depositati presso la camera di commercio di Roma in qualità di “socio” in diverse aziende in cui il signor Matano ha svolto un ruolo. Forme di incentivazione al personale, come previste per legge, non escludono il fatto che la signora Paratore abbia posseduto quote societarie nelle aziende riconducibili anche a Matano.
In relazione alle “non chiare iniziative immobiliari”, si fa presente che Repubblica nell’inchiesta “La Sfavorita”, ha ricostruito puntualmente e sulla base di documenti ufficiali e pubblici ogni affare immobiliare delle aziende che hanno visto la presenza di Anna Paratore e Raffaele Matano.
Nelle oltre quattro pagine che compongono l’inchiesta in questione non si è mai fatto riferimento alle società fiduciarie come Enti ai quali corrispondono “violazioni di legge”, ma è stato fatto presente che la madre della presidente del consiglio è stata quotista nella Mr Partners srl insieme a una fiduciaria, l’Amphora Fiduciaria e di Revisione Srl, compagine quest’ultima che successivamente è stata coinvolta in vicende giudiziarie di distrazione di denaro pubblico.
Her.Ar., G.Fosch., A.Oss.